PD IN PIAZZA PER DECARO: LE FRASI CHOC DI MICHELE EMILIANO SULLA “VISITA” ALLA FAMIGLIA DEL BOSS
«Portai Decaro alla sorella del boss Capriati e le dissi “te lo affido”»: è bastata questa frase, pronunciata dal Governatore Pd della Puglia, Michele Emiliano, alla manifestazione a sostegno del sindaco di Bari per alzare un autentico polverone sulla già complessa vicenda del Comune sotto verifica per presunte potenziali infiltrazioni mafiose. “#iostoconDecaro. Giù le mani da Bari”, questo il nome della manifestazione che sabato pomeriggio ha riempito il centro barese in sostegno al Comune che negli scorsi giorni è stato “attenzionato” dalla Commissione di verifica del Viminale per la possibilità di infiltrazioni mafiose dopo la maxi inchiesta “Codice Interno”: nello specifico, è stato posto agli arresti un ex consigliere regionale e la moglie attuale consigliera comunale dimessa dopo l’avviso di garanzia (rispettivamente, Giacomo Olivieri e Maria Carmen Lorusso).
Ma cosa ha detto davvero il Governatore ed ex sindaco di Bari (prima di Decaro) dal palco per scatenare un putiferio enorme tanto a livello locale quanto nazionale, specie in questi giorni in cui il Partito Democratico accusa il Governo Meloni di voler lanciare battaglie politiche a pochi mesi dalle Elezioni Comunali a Bari? Emiliano prende parola in difesa di Decaro alla manifestazione in suo onore e lancia un aneddoto quantomeno controverso: «Un giorno sento bussare alla porta, Decaro entra, bianco come un cencio, e mi dice che era stato a piazza San Pietro e uno gli aveva ha messo una pistola dietro la schiena perché lui stava facendo i sopralluoghi per la ztl di Bari vecchia». A quel punto, continua il Presidente di Regione Puglia con a fianco un Decaro un po’ spaesato dal racconto, «Lo presi, in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine». Come se non bastasse, Emiliano aggiunge le esatte parole dette alla sorella (incensurata) del boss: «se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido». Infine ancora il Governatore aggiunge, parlando della caratura antimafia di Decaro, che dopo pochi mesi «andammo a confiscare tutte le case dei Capriati in piazza San Pietro».
CENTRODESTRA (E NON SOLO) CONDANNA LE PAROLE DI EMILIANO
Il “patatrac” però intanto è fatto e nel tentativo di volerlo difendere da accuse che tra l’altro neanche il Governo ha formulato contro la persona del sindaco di Bari (ad essere sotto accusa è il presunto giro di malaffare tra alcuni imprenditori, clan locali e alcuni consiglieri), Emiliano ha rimesso Decaro in mezzo alla bufera politica più di quanto già non lo fosse negli ultimi giorni. Furibonda è la reazione di parte del Centrodestra ma anche della stessa sinistra, che giudica quantomeno inopportune le parole del Governatore Pd: «Parole sconcertanti di Emiliano. Se i boss minacciano si va in Procura non a casa loro», spiega su X il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri postando il video del discorso di Emiliano. «Emiliano condusse Decaro dalla sorella di un boss. Da “la mafia ha paura” a ”affidarsi alla mafia” è un attimo. Atroce», aggiunge il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, sempre su X.
Condanna anche da parte della Lega, della parlamentare Rita Dalla Chiesa e pure dai parlamentari FdI della Puglia: «gravissime le parole del Presidente della Regione Puglia Emiliano, il senatore Gianluca Cantalamessa, responsabile del dipartimento Antimafia della Lega e capogruppo in commissione, ha chiesto di convocare il governatore in Commissione». Sconcertante viene definito l’intervento di Emiliano anche dal leader di Azione Carlo Calenda così come dall’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «le dichiarazioni rese pubblicamente ieri dal presidente Emiliano sono degne di un approfondimento della commissione Antimafia», spiega invece all’ANSA il vice presidente della commissione Antimafia, Mauro D’Attis. Secondo Riccardo De Corato (deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali alla Camera e capogruppo in Commissione parlamentare Antimafia) le parole di Emiliano sono «aberranti» e la sinistra in toto, da Schlein a Conte, è colpevole per non essere intervenuta «a prendere distanze o commentare le parole del Governatore». Per il vicepremier Antonio Tajani, in visita elettorale in Basilicata, «Io non avrei parlato con la sorella di un boss per nessun motivo».
EMILIANO PRECISA: “MIE PAROLE SU DECARO FRAINTESE. ECCO COME ANDÒ DAVVERO”
Dopo qualche ora dalla sfuriata della politica nazionale sul discorso di Emiliano dal palco di Bari, arriva l’intervento diretto del Governatore pugliese sui propri canali social, spiegando di essere stato frainteso nel significato delle sue dichiarazioni: «Leggo agenzie nelle quali si fraintende una frase che ventimila persone presenti in piazza hanno perfettamente compreso. Ho raccontato un fatto realmente avvenuto quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia». Di fronte a tale episodio, scrive ancora Emiliano, il racconto è veritiero e riguarda la visita fatta alla sorella incensurata del boss Capriati, che lo stesso Emiliano da ex magistrato racconta di aver fatto «arrestare e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio».
Ma perché andò dalla signora Capriati allora? Emiliano lo spiega così sui social: «andai per farle capire che le cose erano cambiate, quegli atteggiamenti non erano più tollerati, che potevano rivolgersi all’assessore solo con modi civili ed educati (e qui l’iperbole “te lo affido se ha bisogno di bere, di assistenza“) visto che si trovava lì per svolgere il suo lavoro». Quando poi, dopo alcuni mesi, vennero confiscate come Comune di Bari le case della famiglia Capriati «nessuno si oppose e adesso quelle case sono centri sociali importanti e mai nessuno li ha più infastiditi. Questi i fatti. Questa la mia condotta, che ripeterei».