CAOS PD BARI, EMILIANO CAMBIA ANCORA VERSIONE (NEL GIRO DI POCHE ORE) SUL PRESUNTO INCONTRO CON DECARO E LA SORELLA CAPRIATI
Da sabato scorso ad oggi sono passati solo 4 giorni, comunque un numero inferiore alle versioni date dai due protagonisti di questa controversa vicenda politica legata al Pd di Bari: Michele Emiliano e Antonio Decaro, Governatore della Puglia e sindaco uscente di Bari, si “rincorrono” da giorni per dare le versioni più specifiche nell’intento di mettere fine alle polemiche. L’unico risultato però al momento è l’esatto opposto in quanto ancora oggi non è chiaro se oltre 18 anni fa l’allora sindaco di Bari Emiliano e il suo giovane assessore all’Urbanistica siano o meno andati a parlare con la sorella del boss Antonio Capriati (Lina, non l’unica delle sorelle emerse in questi giorni di assoluto caos barese).
In una intervista al Tg1 ieri sera Emiliano spiega che forse in effetti Decaro non era direttamente con lui quando ci fu l’incontro in casa di Lina Capriati: «Sinceramente, io ci ho parlato sicuramente e ho parlato delle resistenze molto forti che Decaro stava trovando per istituire la Ztl. Siccome è una cosa di 18 anni fa, se Antonio mi ha detto che non ricorda di essere stato accanto a me, è possibile che lui abbia ragione». Tutto risolto quindi, si penserà: e invece no perché questa mattina sul “Fatto Quotidiano” in un’altra intervista esclusiva è lo stesso Presidente di Regione Puglia a cambiare nuovamente versione rispetto alla sera prima (e anche rispetto alle prime frasi dal palco di Bari sabato o nella rettifica giunta il giorno dopo): «i miei ricordi sono puntuali, esatti […] Decaro era con me e dovevo difenderlo». Secondo Emiliano dunque il colloquio con la sorella del boss arrestato anni prima dallo stesso Governatore (quando era magistrato, ndr) ci fu e avvenne anche con Decaro, il quale però potrebbe non ricordare bene perché non aveva in mente i vari familiari del boss: allo stesso tempo però, il Presidente pugliese fa una piccola “concessione” alla posizione espressa dal sindaco di Bari che ancora in questi giorni ha ribadito che lui in casa di Lina Capriati non c’ha mai messo piede: «possibile che io mi sia fermato a parlare con la sorella e lui sia stato chiamato da qualcuno nei paraggi», racconta il Governatore.
BARI-MAFIA, COSA HA DETTO IL GOVERNATORE PD (E COSA NON TORNA ANCORA)
Dalla casa alla strada, dal negozio al “mai avvenuto”, le versioni sul “Bari-gate” si affollano, il tutto mentre ieri è giunta in Comune la commissione per verificare se vi siano gli estremi di scioglimento per potenziali infiltrazioni mafiose. Il caso nasce per una maxi inchiesta della Procura di Bari – coinvolgendo alcuni consiglieri di Regione e Comune – ed è per quello che il Viminale, davanti ai 130 arresti delle scorse settimane, ha fatto scattare la verifica di rito in casi del genere. Per poter difendere l’operato di Decaro come sindaco barese, Emiliano ha raccontato l’aneddoto che a dir la verità non è piaciuto a nessuno, in primis nel Pd: Nichi Vendola oggi parla di “panzana”, per il dem Alfieri «Emiliano ha sbagliato a dire quelle cose». Ma appunto, su cosa ha detto Michele Emiliano – e su cosa realmente appare come versione ultima ufficiale – v’è un po’ di confusione.
«Affidare Decaro? Possiamo discutere intorno all’appropriatezza del verbo, ma non posso concedere legittimità alla violenta mistificazione che si sta facendo di quell’incontro. Io vado lì perché conosco anche il colore degli occhi di quella gente in ragione del fatto che fino a qualche mese prima il sottoscritto li faceva arrestare, mica li conduceva a teatro. Ho teorizzato la costruzione di una rete antimafia sociale», racconta ancora al Fatto il Governatore Pd, dopo aver contestato che già due anni fa in un programma su TeleNorba aveva raccontato lo stesso aneddoto e nessuno tra Centrodestra e il sindaco Decaro (tra l’altro presente in studio, ndr) avevano ritrattato le sue parole. «La città si amministra anche con azioni di moral suasion», rivela Emiliano nel difendersi dalla opportunità di andare a parlare con la sorella di un boss e in quel contesto: «Decaro non ricorda? È altamente probabile che non conoscesse volti che per me erano invece familiari, come è possibile che, abitando nei bassi che danno sulla strada, io mi sia fermato a parlare con la sorella e lui sia stato chiamato da qualcuno nei paraggi». Emiliano non si scusa e conferma che la colpa della manipolazione dell’intera vicenda è del Centrodestra e che non esiste alcuna “collusione” con la mafia nelle sue amministrazioni: il tema però specifico delle indagini resta in capo alla Procura, qui si discute di versioni politiche e nel giro di neanche una settimana tra Emiliano e Decaro ne sono uscite già svariate…