A pochi giorni dalle Elezioni Regionali 2020 in Puglia il dibattito politico si infiamma anche per una foto che vede ritratto Michele Emiliano. Il governatore uscente è ripreso mentre circa 200 lavoratori precari del Centro unico di prenotazione (Cup) e dei servizi informatici a Taranto sottoscrivono i contratti a tempo indeterminato con la società “in house” Sanità service. A molti è apparso come una mossa elettorale, un tentativo di raccogliere voti. Una decisione non casuale quella di completare il processo di internalizzazione dei servizi e di stabilizzazione del personale nell’Asl di Taranto dopo l’approvazione delle nuove Linee guida sulle società “in house” da parte della Giunta regionale pugliese? Peraltro, Michele Emiliano non era neppure solo alla sottoscrizione dei contratti. Come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, con il presidente ella Regione Puglia c’era, infatti, anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mino Borraccino. Subito è montata la protesta, in particolare del centrodestra. Il vice coordinatore regionale della Lega, Gianfranco Chiarelli, in una nota contesta quanto «avvenuto a una settimana dal voto» con la sottoscrizione dei contratti «aggirando i concorsi».
PUGLIA, EMILIANO E IL CASO DELLE 200 ASSUNZIONI
Per l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mino Borracino è stata una «giornata storica», frutto di «mesi di lavoro e di grande impegno». Ma fa rumore chi grida alla strumentalizzazione da campagna elettorale per quanto avvenuto presso il Teatro Fusco di Taranto, «aggirando i concorsi», scrive l’onorevole Gianfranco Chiarelli della Lega. Per il vice segretario regionale della Lega, «il fatto grave è che accanto» a Michele Emiliano ci fossero anche consiglieri e assessori regionali ricandidati a consegnare «le pergamene del posto fisso». E lancia una pesante accusa: «Addirittura alcuni di loro hanno organizzato incontri elettorali con i neoassunti accreditandosi il lavoro fatto per internalizzarli. Tutto pubblicizzato dagli stessi candidati su Facebook, come se tutto questo fosse normale». Chiarelli si chiede, dunque, il motivo per il quale non sia ancora intervenuta la magistratura. «Noi della Lega non aspetteremo la magistratura per deplorare questo squallido modo di fare politica».