Il ciclo di Michele Emiliano in Puglia è finito? Qualcuno che è stato vicino al governatore inizia a pensarlo e ritiene che possa essere «un elefante nella stanza del Pd». Ne è consapevole lo stesso presidente pugliese, che infatti al Corriere della Sera ammette sul Partito democratico: «Non mi ha mai metabolizzato, sono stato sempre una spina nel fianco, per tanti segretari». Ci tiene anche a smentire che D’Alema lo abbia lanciato, gli disse di lasciare l’incarico di segretario regionale per fare solo il sindaco. «Di Renzi non ne parliamo! Poi, con Zingaretti le cose sono cambiate, s’è lavorato bene».
Invece, Elly Schlein gli ha espresso vicinanza, nonostante il caso Bari, che si sta allargando, abbia creato caos nel Pd. «Venerdì siamo stati sempre assieme, assieme abbiamo detto a tutti di continuare la battaglia politica alzando un’altissima vigilanza. Poi abbiamo avuto una splendida cena. Lei ha intuito e grandi capacità. Le ho detto: “Per quanto sei consapevole sembri più vecchia della tua età”». Ha diversi sassolini nelle scarpe Emiliano, aumentati dopo i vari scandali che recentemente hanno colpito la politica pugliese, col caso Bari che si è allargato. Da parte sua c’è amarezza, infatti quando deve spiegare come sta replica: «Come sta bene chi ha speso una vita contro le cosche e ora vede il tentativo strumentale di cambiare il senso di una storia». Emiliano ricorda di essersi sempre mosso a tutela della legalità, non solo da magistrato, e rivendica la sua battaglia contro la criminalità organizzata.
EMILIANO “IO E DECARO? CI ATTACCANO INSIEME”
Michele Emiliano respinge anche la ricostruzione di chi parla di trasformismo in merito alla tendenza di “inglobare” gli avversari con gli incarichi. «Il nostro progetto è talmente accattivante che molti avversari vi aderiscono per passione politica», la spiegazione del presidente della Regione Puglia che cita anche il sindaco di Bari Antonio Decaro come dimostrazione. «Veniva da una lista erede dei socialisti. Quando decisi che dovesse essere il mio successore non fu facile fargli vincere la battaglia delle primarie». A proposito del caso Bari, il governatore al Corriere ribadisce di non conoscere il marito dell’ormai ex consigliera regionale Anita Maurodinoia, su cui precisa che «non è che la provenienza politica determini il tasso di onestà di un politico».
Quindi, Emiliano attacca: «Ho visto gente del Pci fare cose terribili. Il lavoro preventivo di screening è difficilissimo». Tornando a Decaro, smentisce una rottura: «Abbiamo un legame ventennale che si è rinsaldato: ci attaccano insieme». Eppure quando in piazza ha raccontato di averlo portato dalla sorella (incensurata) del boss Capriati è scoppiato un caso. «In realtà avevo usato un’iperbole da comizio: il pm Emiliano, che aveva fatto arrestare i mafiosi, va nella sua veste di sindaco a spiegare ai cittadini di Bari Vecchia la Ztl e porta con sé il suo assessore», la sua spiegazione. Ma ammette che avrebbe dovuto usare altre parole, anche perché ha dato pure l’impressione che Decaro non fosse poi così libero.
“ROTTURA PD-M5S? NULLA DI DEFINITIVO IN POLITICA”
Michele Emiliano non si pente di aver fatto da ponte tra il Pd e M5s, anzi afferma di condividere l’appello di Giuseppe Conte alla massima vigilanza. Dunque, non è affatto deluso dal presidente grillino per una questione di ruoli. «Schlein fa un lavoro diverso dal mio. In giro per l’Italia ci sono situazioni che l’hanno spinta a dichiarazioni secondo il suo ruolo. Noi in Regione lavoriamo assieme». A sentir parlare il governatore pugliese, la rottura tra Pd e M5s non è definitiva come sembra. «Non esiste nulla di definitivo in politica».
Convinto che la sinistra in Puglia non abbia perso l’anima, torna a un vecchio tema che lo vede coinvolto, quello del rapporto tra politica e magistratura. Del resto, Emiliano fa il politico da anni, ma non si è mai dimesso da magistrato. «Sono in aspettativa, la legge me lo consente». Se gli si solleva la questione dell’opportunità, rilancia tirando in ballo altre categorie: «E non vale forse per gli avvocati? O per i medici? Il punto è solo uno: la correttezza». Non esclude comunque di tornare a vestire la toga: «Sarebbe possibile. Non mi si applica nemmeno l’ultima normativa sulle “porte girevoli”. Ma sarebbe meglio evitare, eh. Sa, temo di aver perso lo smalto».