L’ombra di un’altra aggressione nel caso di Emiliano Laurini, il buttafuori 41enne arrestato con l’accusa di essere il mandante dell’agguato ai danni dell’ex fidanzata 28enne, Martina Mucci, sfregiata al volto in un brutale pestaggio sotto casa a Prato il 20 febbraio scorso. Quarto Grado torna sulla vicenda, approfondendo la presunta serie di violenze, fisiche e verbali, che l’indagato avrebbe condotto anche contro la nuova compagna. Fondamentali, secondo l’accusa, si sarebbero rivelate le intercettazioni a carico di Emiliano Laurini all’interno della sua auto, cristallizzate dalle cimici delle forze dell’ordine nell’ambito dell’inchiesta.
Secondo il quadro ipotizzato dagli inquirenti in merito all’aggressione a Martina Mucci, Emiliano Laurini avrebbe ingaggiato due “picchiatori” per aggredirla dopo la fine della loro relazione con un compenso di alcune centinaia di euro. Soggetti che sarebbero finiti in carcere come lui e che sarebbero stati presentati allo stesso 41enne da un altro giovane, anch’egli poi raggiunto da una misura di custodia cautelare in carcere. Quello ai danni di Martina Mucci, per chi indaga, sarebbe stato un pestaggio su commissione, una spedizione punitiva feroce in cui la vittima avrebbe riportato gravi ferite tra cui un danno permanente al viso. Oltre a Emiliano Laurini, ritenuto il mandante, sarebbero finiti in manette anche Mattia Schininà, 21enne che lo avrebbe messo in contatto con i presunti esecutori dell’aggressione, e uno di questi ultimi, il 19enne Kevin Mingoia. Nell’inchiesta anche un minorenne che si sarebbe presentato spontaneamente agli inquirenti riferendo di aver preso parte all’agguato, riporta La Nazione, e di essere il secondo presunto esecutore materiale.
Emiliano Laurini: le intercettazioni nell’inchiesta sulla presunta aggressione alla nuova compagna
Al centro dell’inchiesta sul caso di Emiliano Laurini sarebbero finite diverse intercettazioni che aggiungerebbero imporanti elementi sulle presunte violenze che si sarebbero consumate ai danni della nuova fidanzata dopo l’agguato a Martina Mucci del 20 febbraio scorso. Il 16 aprile, pochi giorni prima dell’arresto, la voce di Emiliano Laurini sarebbe stato captata dalle microspie posizionate nella sua auto mentre, tra insulti e minacce, picchiava la nuova compagna.
Un episodio drammatico, secondo la ricostruzione, seguito da alcune riflessioni sconvolgenti del 41enne registrate dalle stesse cimici il giorno successivo. Parlando da solo in macchina, Emiliano Laurini avrebbe pronunciato frasi ricondicibili alle presunte violenze sulla donna. I contenuti, riportati da Quarto Grado, restituirebbero un quadro agghiacciante: “Ieri sera l’ho scassata per bene. Vai tranquillo che ieri sera ho dato il massimo, oddio, il massimo no, però ho dato abbastanza… capelli strappati, unghie. Mi verrebbe voglia di spaccare i denti anche a lei“. Proprio a causa dei maltrattamenti, la nuova fidanzata sarebbe finita in ospedale con alcune fratture. L’avvocato di Emiliano Laurini, Edoardo Burelli, a margine dell’interrogatorio di garanzia ha così commentato ai microfoni della Tgr Toscana: “Potrebbero esserci altre persone che hanno avuto un ruolo“.