Parole scioccanti, dense di violenza e difficili persino da ascoltare. Sarebbero parte di un contenuto audio intercettato dagli inquirenti a carico del 41enne Emiliano Laurini, arrestato con l’accusa di essere il mandante del brutale pestaggio che avrebbe visto la sua ex, Martina Mucci, sfregiata da due soggetti nel contesto di un presunto agguato che avrebbe potuto avere conseguenze ancora peggiori per la donna. Le frasi che Emiliano Laurini avrebbe detto, parlando da solo in auto, sono riportate dal Corriere della Sera e sarebbero riferite alla nuova compagna. Accenderebbero un potente faro sul presunto tessuto di violenze vissuto anche da quest’ultima.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, agli atti dell’inchiesta sarebbero confluiti documenti pesantissimi relativi proprio alle frasi attribuite all’uomo. L’aggressione ai danni di Martina Mucci, ricostruisce Ansa, risale alla notte tra il 20 e il 21 febbraio scorsi e si sarebbe consumata mentre la donna faceva rientro nella sua abitazione di Prato. Secondo chi indaga sul caso, si sarebbe trattato di un pestaggio su commissione, un fatto di una violenza estrema per cui sarebbero finiti in manette, oltre all’ex della vittima, il buttafuori e pugile Emiliano Laurini, per l’accusa il mandante della spedizione punitiva, anche il 21enne Mattia Schininà, 21enne che avrebbe fatto da tramite per metterlo in contatto con i ‘picchiatori’, il 19enne Kevin Mingoia e un minorenne che avrebbero partecipato al pestaggio. Per gli inquirenti, l’ex fidanzato di Martina Mucci avrebbe pagato un compenso di alcune centinaia di euro ai complici. La vittima ha 29 anni e nell’aggressione avrebbe riportato uno sfregio permanente. Il 16 aprile scorso, prima di essere arrestato, Laurini sarebbe stato intercettato in auto da una microspia posizionata dagli inquirenti proprio mentre “interrogava” la nuova fidanzata sul suo passato sentimentale usando percosse, insulti e minacce. Poche ore dopo, sempre in macchina, avrebbe espresso riflessioni sconvolgenti sulle condotte violente ai danni della donna.
Emiliano Laurini intercettato in auto: le frasi choc sulla nuova fidanzata dopo l’aggressione a Martina Mucci
Il 16 aprile scorso, ricostruisce ancora Il Corriere, alcune microspie piazzate nell’auto di Emiliano Laurini avrebbero intercettato le presunte violenze del 41enne – indagato per l’aggressione brutale del febbraio precedente alla ex Martina Mucci – ai danni della nuova fidanzata. Momenti drammatici che gli inquirenti avrebbero ascoltato in diretta, fatti di minacce, insulti e percosse davanti ad ogni risposta ritenuta “sbagliata” dal 41enne. Stando a quanto emerso e riportato anche dalla trasmissione Ore 14, Laurini si sarebbe rivolto alla donna con frasi come “Chiudi questo sportello o ti do una tromba nel muso”, poi schiaffi e persino unghie rotte, e ancora “Ti rifaccio la domanda: a 16 anni eri fidanzata o no?”, “Quanti ragazzi hai avuto prima di me?“, “Prenderai schiaffi finché non risponderai“.
La sera successiva, dopo le presunte botte in macchina alla sua fidanzata, Emiliano Laurini si sarebbe rimesso al volante e le cimici lo avrebbero intercettato mentre parlava da solo con tono quasi compiaciuto: “Ieri sera l’ho scassata per bene“, “Vai tranquillo che ieri sera ho dato il massimo, oddio, il massimo no, però ho dato abbastanza… capelli strappati, unghie. Mi verrebbe voglia di spaccare i denti anche a lei“. In quelle parole, secondo quanto ricostruito in sede di indagine, sarebbe contenuto un riferimento alla brutale aggressione subita dalla ex Martina Mucci, la quale avrebbe riportato numerose ferite tra cui fratture al naso, rottura dei denti e lesioni al cuoio capelluto. La notte tra il 20 e il 21 aprile scorsi, ricostruisce infine Il Corriere, la nuova fidanzata di Emiliano Laurini sarebbe finita in ospedale con fratture scomposte a due costole. L’uomo le avrebbe imposto la versione da riferire ai sanitari per non destare sospetti: “La caduta dalle scale è la stron*ata che dice chi ha preso le botte in casa (…) E gli vuoi dire a casa mia? (…) Ma c’ho 72 mila denunce! E vabbè, mi vuoi far arrestare, vero? (…) Gli dici: so’ cascata oggi pomeriggio, ora mi veniva da piangere dal dolore (…) (…). Sei tutta segnata, che gli vuoi raccontare? Questi lo capiscono che è una violenza domestica“. Poche ore dopo, l’arresto.