IL “CAMPO LARGO” TIENE IN PUGLIA: RESPINTA MOZIONE DI SFIDUCIA A EMILIANO, LA SINISTRA SI RICOMPATTA (PER ORA)
Michele Emiliano rimane Presidente di Regione Puglia: dopo gli scandali legati ad alcuni arresti eccellenti, tanto in quota giunta quanto nel quadro dirigenti Pd a Bari, e dopo lo “strappo” del M5s che è uscito ufficialmente dalla giunta, Emiliano resiste e vince la sfida sulla mozione di sfiducia presentata dal Centrodestra. Con 18 voti a favore e ben 31 contrari (2 gli assenti), il Consiglio Regionale della Puglia ha respinto la sfiducia al Governatore Pd che dunque è chiamato a rimanere in sella alla Regione fino al 2025, salvo nuove sorprese all’orizzonte vista la tenuta non esattamente granitica della giunta di Centrosinistra.
Ieri però quantomeno il “campo largo” ha retto e si è rilanciato in Puglia dopo le forte tensioni delle scorse settimane tra arresti (legati a 3 diverse indagini), accuse e liti interne alla maggioranza: «Vi chiedo di respingere la mozione di sfiducia, perché sinceramente non mi merito di essere sfiduciato», così aveva introdotto ieri il Presidente Emiliano nel discorso per convince in Aula gli alleati di governo regionale, «Avrò fatto un sacco di errori nella mia vita, ma non al punto da essere sfiduciato in un momento in cui, in vent’anni di lavoro durissimo, abbiamo cambiato veramente la storia di questa Regione». La difficile “ricucitura” operata dal Governatore dem in queste settimane ha portato i suoi frutti, convincendo Azione, M5s e Pd a non “regalare” al Centrodestra la Puglia: in ultimo, il “mini-rimpasto” dello scorso 24 aprile (fuori Rocco Palese, Anna Grazia Maraschio e la dimissionaria arrestata Anita Maurodinoia; dentro Serena Triggiani, Viviana Matrangola e Debora Ciliento) accontenta un po’ tutti e mantiene così la maggioranza compatta almeno fino alla prossima “crisi”.
M5S E AZIONE (CHE CHIEDONO LE DIMISSIONI DI TOTI) VOTANO CONTRO LA SFIDUCIA A EMILIANO
«Se le sue risposte non dovessero convincerci o, peggio, non dovessero essere realizzate, è semplicissimo: dopo il 7 maggio c’è l’8 maggio, poi il 9, poi il 10, poi il 15. La mozione di sfiducia la possiamo presentare pure noi»: così ha parlato in aula Fabiano Amati, consigliere e commissario regionale di Azione, in risposta al discorso di Emiliano, giusto per fare capire l’aria che tira in una giunta dove gli arresti e le critiche delle scorse settimane restano comunque come un macigno difficilmente “azzerabile”. Come però richiesto fortemente dal M5s durante i colloqui con Emiliano, il Presidente pugliese ha ribadito che «le inchieste non riguardano direttamente le attività politiche della Regione» e d’ora in poi «andremo a potenziare i presidi di legalità».
Nella parte finale del suo discorso prima del voto che respinge la mozione di sfiducia, il Governatore Emiliano ha lanciato un nuovo appello a Schlein e Conte per costituire un “campo largo” anche a livello nazionale: «qui in Puglia l’obiettivo è realizzare ciò che a Roma non riescono a fare: costruire un fronte democratico ampio, largo, che metta insieme tutte le forze progressiste nel nostro Paese, per predisporre il futuro di questo Paese». Piccola nota a margine, nelle ore in cui dopo l’arresto di Giovanni Toti M5s e Azione chiedono a gran voce le dimissioni immediata e il decadimento della giunta in Liguria, nel voto di sfiducia contro Emiliano (che ovviamente non è indagato, va ricordato) i ruoli si ribaltano e non si chiede alcun passo indietro ma anzi si vota la piena fiducia.