Emilio Fede continuerà a scontare la sua pena agli arresti domiciliari. E’ quanto stabilito oggi dal tribunale di Sorveglianza di Milano accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato Salvatore Pino. Il giornalista 88enne fu condannato lo scorso aprile in via definitiva a 4 anni e 7 mesi nell’ambito del processo sul caso Ruby bis. Per lui però, come riferisce Il Messaggero, niente cella “perché in carcere sarebbe sottoposto ad un’enorme sofferenza”. A stabilirlo sono stati proprio i giudici che hanno ritenuto che Fede debba scontare la pena in “detenzione domiciliare”. Gli stessi giudici hanno fatto poi notare che Fede, per il quale era stato sospeso l’ordine di carcerazione, avendo 88 anni soffre di “alcune patologie” ed la sua permanenza in carcere “andrebbe contro il senso di umanità”. Per tale ragione, in caso contrario, sarebbe sottoposto in qualità di detenuto ad “una enorme sofferenza”.



EMILIO FEDE AI DOMICILIARI: ACCOLTA L’ISTANZA

Niente carcere per l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, su disposizione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che si è espresso nella giornata odierna. Il giornalista 88enne aveva ottenuto dalla procura generale di Milano la sospensione dell’ordine di carcerazione con differimento della pena, restando in attesa della decisione del tribunale di Sorveglianza. La misura alternativa dei domiciliari oggi concessa a Fede, viene solitamente paventata nei casi in cui i condannati hanno più di 70 anni ed il reato per il quale devono scontare la pena non è ostativo. La difesa del giornalista, nel presentare l’istanza con cui venivano chiesti i domiciliari aveva ribadito anche l’età avanzata di Fede ed i motivi di salute. L’88enne aveva chiesto al giudice di poter stare nella casa della moglie a Napoli. Quando resteranno ancora quattro anni di pena da scontare, Fede potrà procedere con la richiesta dell’affidamento in prova.

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