«Mi hanno visto felice e realizzato», ha raccontato Emilio Solfrizzi a Vieni da me a proposito dei suoi genitori, parlando poi della sua infanzia: «La divisa fosse un modo per unire i bambini che erano tutti a scuola, nessuno aveva la camicina più bella o il maglione. Anche se avevi il maglione liso, il grembiulino lo nascondeva e univa le provenienze». «Ho un ricordo meraviglioso della mia scuola, che era vicino al mare: un periodo bellissimo. Ma io ho avuto un’infanzia e un’adolescenza felice, con una famiglia allegra», ha aggiunto Solfrizzi, che ha poi ammesso: «Ho sconfitto il bullismo con l’ironia». Ed ecco come: «Me la sono vista da solo, è stato un grande successo della mia vita. Io ho iniziato a sfotterlo, lo imitavo e facevo ridere i suoi amici: con lo scherno ha iniziato a ridere anche lui ed ha capito che non era meglio mettersi sotto le grinfie di chi poteva vedere le sue debolezze». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



EMILIO SOLFRIZZI: “NON HO MAI LITIGATO SUL SET”

Emilio Solfrizzi oggi ospite a Vieni da me: l’attore si è raccontato a tutto tondo tra carriera e vita privata grazie alla Cassettiera di Caterina Balivo. Si inizia con Virgilio: «Mi ricorda quanto fossi bravo in latino al Liceo (ride, ndr). Ho avuto la fortuna di frequentare un liceo classico con un teatro vero e proprio, avevamo degli insegnanti che ci invitavano ad utilizzarlo». Solfrizzi inizia ad utilizzarlo con il compagno di studi Antonio Stornaiolo, con il quale formerà la coppia comica Toti e Tata. Ai due poi si aggiunse il regista Gennaro Nunziante: «Tra i tre rimorchiava di più Nunziante». Poi arriva il successo con Carlo Conti lo ha lanciato in tv e, successivamente, con la serie tv “Tutti pazzi per amore”: «Abbiamo fatto tre serie meravigliose. Sul set non ho litigato con nessuno, non sono capace di litigare…».



EMILIO SOLFRIZZI A VIENI DA ME

Emilio Solfrizzi ha poi parlato di Mi ricordo di Anna Frank, film di Alberto Negrin in cui ha interpretato il padre di Anna Frank: «Un bellissimo film di cui la Rai deve essere orgogliosi, con attori provenienti da tutto il mondo. Quando mi hanno offerto questo ruolo, hanno chiamato dei truccatori straordinari: mi svegliavo alle 4 per andare sul set, poi avevo bisogno di due ore di strucco». Emilio Solfrizzi ha poi sottolineato: «L’ho visto con i miei figli: il piccolo non riusciva a vederlo, scappava via e si metteva a piangere. Il ricordo mi commuove tutt’ora: abbiamo dovuto vederlo vicini, attaccati e abbracciati». Poi una battuta sul padre: «Mio padre era un professore di matematica, ma aveva il dono di rendere leggere anche le cose che sembrano apparentemente pesanti. Mio padre mi adorava».

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