EMILY DAMARI, LE RIVELAZIONI DELLA MAMMA
Emily Damari è stata tenuta in ostaggio da Hamas nelle strutture dell’UNRWA nella Striscia di Gaza e che i rapitori le hanno negato le cure mediche. A rivelarlo è stata la mamma Mandy, che in un post su X ha ringraziato il primo ministro britannico Keir Starmer per averli chiamati, ma precisato anche che è “un miracolo” che la figlia, che è una cittadina britannica, “sia sopravvissuta“. La ragazza ha perso due dita della mano sinistra dopo essere stata colpita dai terroristi di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre 2023.
La madre ha anche assicurato che la figlia ne ha parlato direttamente con Starmer, a cui hanno fornito aggiornamenti sulle condizioni di salute e su quelle mentre era tenuta in ostaggio, infatti mamma e figlia hanno esortato il primo ministro britannico a garantire che la Croce Rossa abbia accesso alle persone ancora prigioniere a Gaza.
L’ufficio di Starmer non ha rilasciato dichiarazioni sulla telefonata, invece l’agenzia Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi ha fatto sapere che la “gravissima rivendicazione” deve essere indagata. Juliette Touma, portavoce che ne è portavoce, in un’intervista alla BBC ha dichiarato che gran parte dei loro locali sono stati usati come rifugi con lo scoppio della guerra, ammettendo le difficoltà nel fornire assistenza e aiuti.
LA REPLICA DELL’AGENZIA ONU
L’agenzia Onu ha fatto sapere anche di aver ripetutamente chiesto la liberazione degli ostaggi e definito “assolutamente gravi” le informazioni che sono state diffuse. La direttrice delle comunicazioni ha annunciato che sono state chieste in più occasioni indagini indipendenti.
IL RITORNO A KFAR AZA
Intanto l’ex ostaggio ha pubblicato nelle ultime ore un post su Instagram in cui parla del ritorno nella casa di Kfar Aza, dove era stata rapita il 7 ottobre. “Sono tornata nel luogo in cui il mio incubo è iniziato 485 giorni fa e ho chiuso solo una parte del cerchio che desideravo tanto completare“. Ma il pensiero della ragazza è andato agli altri ostaggi: “Ci sono ancora 79 ostaggi che hanno bisogno di chiudere i loro cerchi e che aspettano di essere rimessi in sesto. Non possiamo fermarci qui. Dobbiamo riportare a casa tutti. Sentirò di aver vinto veramente solo quando torneranno“.
LO SCONTRO TRA ISRAELE E UNRWA
Peraltro, Israele ha a lungo criticato l’agenzia Onu, accusandola di alimentare il conflitto israelo-palestinese conferendo lo status di rifugiato ai discendenti dei rifugiati, una designazione non concessa a nessun altro rifugiato al mondo.
Inoltre, ritiene che promuova odio nelle scuole, favorisca la dipendenza dei palestinesi dagli aiuti per decenni tramite il suo sistema e consenta ai terroristi di infiltrarsi tra le sue fila, con alcuni che hanno preso parte alle atrocità del 7 ottobre e altre centinaia che hanno legami con gruppi terroristici.
אמילי דמארי חזרה לבית שלה בכפר עזה pic.twitter.com/XMOfHrCyx7
— Tal Schneider טל שניידר تال شنايدر (@talschneider) February 2, 2025