Emissioni zero entro il 2035, obiettivo prefissato dalla gran parte dei governi occidentali che sognano un futuro fatto di energie completamente rinnovabili, idrogeno verde, zero carbone e combustibili fossili eliminati totalmente, ma quanto è realmente possibile raggiungere il traguardo facendo affidamento soltanto sui fondi pubblici e i finanziamenti statali? Secondo molti analisti internazionali ricercatori di economia energetica il tutto resterà al momento ancora un’utopia, almeno fino a quando non verranno adeguatamente coinvolte le industrie private che dovranno contribuire sia materialmente in fatto di costi sia come cambiamento di politiche necessario per un veloce adeguamento del processo.



In base all’inchiesta del Financial Times sull’aumento di spesa degli stati per il cambiamento climatico, sarebbero numerosi i punti che smentiscono categoricamente le stime fatte dal Fondo Monetario Internazionale, che aveva previsto il raggiungimento delle zero emissioni con contributi statali minimi, tali da non raggiungere in alcuni casi lo 0,5% del PIl entro il 2030. Gli esperti concordano sul fatto che questo sia “Uno scenario auspicabile, ma di fatto impossibile da realizzare“.



Piano “emissioni zero” costa troppo, le previsioni OCSE: “Fino al 3,4 del PIL”

Il professore di economia all’università di studi politici di Parigi Sciences Po, Jean PisaniFerry ha rivelato al Financial Times quali sono le sue previsioni, che anticipano un probabile fallimento dell’obiettivo emissioni zero imposto da molti governi. Il principale problema è da individuare nel programma del FMI, irrealizzabile soprattutto per quanto riguarda la redistribuzione di fondi ai paesi in via di sviluppo per la decarbonizzazione “le stime del FMI ipotizzano un accordo globale per prezzare il carbonio e ridistribuire i proventi ai paesi in via di sviluppo, eliminando anche gli attuali sussidi per i combustibili fossili. La realtà dei tentativi dei Paesi di decarbonizzare le loro economie è molto lontana da queste ipotesi“.



Altro importante problema da risolvere è che i governi stanno spendendo moltissimi soldi pubblici per incentivare la transizione energetica, i proventi derivati dalla tassazione del carbonio non riusciranno mai a compensare queste uscite. Il rapporto tra le spese per le emissioni zero e entrate derivate da tasse sull’inquinamento come le imposte sui carburanti non sarà mai equo. Più vicini alla realtà i modelli elaborati da OCSE che mostrano invece una valutazione dei costi che arriva a stimare che gli investimenti verdi peseranno sulle economie gradualmente fino ad arrivare al 3,4% del PIl. “Nonostante ciò rappresenti una previsione più realista“, commenta l’economista OCSE Shardul Agrawalai governi stanno cercando di convincere i cittadini che la transizione energetica non costi nulla, come se fosse un pranzo gratis“.