Auto elettriche ed emissioni zero entro il 2035: per Chicco Testa, manager e presidente di Fise, l’associazione che rappresenta le imprese di servizi ambientali, l’imposizione dell’Europa è una “forzatura“. Intervistato dal quotidiano La Nazione, l’ex deputato commenta gli obiettivi da raggiungere come “risultati molto scarsi, che produrranno grandi vantaggi solo per le aziende cinesi“. Secondo Testa, il problema principale di questa forzatura è che “si impone una tecnologia che viola il principio di neutralità“, cioè si punta tutto solo sulle auto elettriche, ma allo stesso tempo non si promuovono le altre tecnologie che potrebbero portare nel tempo gli stessi effetti di emissioni zero.



Se l’obiettivo è ridurre le emissioni, allora perché non utilizzare tutte le tecnologie possibili?“. Poi, un altro problema sarebbe che questa legge non considera il “traffico privato” e quindi si investiranno miliardi in auto che per la maggior parte del tempo resteranno ferme, mentre bisognerebbe puntare piuttosto sul miglioramento dei mezzi pubblici e la creazione di flotte di car sharing con mezzi elettrici.



Auto elettriche a emissioni zero, Chicco Testa: “Pochi risultati per l’ambiente”

Quello che allarma maggiormente di questa imposizione delle auto elettriche ad emissioni zero entro il 2035, secondo Chicco Testa, è che, analizzando i risultati che si vorrebbero ottenere in termini di ecologia e riduzione di inquinamento, emerge che “l’Europa produce meno del 10% delle emissioni globali“, e quindi, anche spingendo sull’urgenza del provvedimento, ammesso che poi gli obiettivi vengano effettivamente raggiunti, ladiminuzione delle emissioni‘1,2%.

Un dato quasi irrilevante, ma che non costituisce l’unica contraddizione di questo provvedimento. L’altro problema, infatti, è rappresentato dalle batterie e dai software di controllo della guida automatica. Il mercato di questi prodotti è “sotto completo dominio della Cina e se non si sviluppano adeguate tecnologie con investimenti anche in Europa rischiamo di rimanere imbrigliati, garantendo i maggiori vantaggi solo ad altri paesi“. Il manager ambientalista poi conclude dichiarando che al momento non punterebbe sull’acquisto di un’auto elettrica “forse ibrida”, perché resta il problema delle colonnine che generano discussioni condominiali: “Anche dove abito io, si sta decidendo se prevedere o meno spazi fissi per la ricarica.