-3 al referendum sulla giustizia, Emma Bonino in prima linea per sostenere le ragioni del sì. Intervenuta ai microfoni de La Stampa, la senatrice ha spiegato che con il sì ai cinque quesiti sarà possibile cambiare la giustizia, andando anche oltre la riforma Cartabia: “E’ positiva e va sostenuta, ma non è sufficiente. Dal buon funzionamento della macchina giudiziaria passa tutto ciò per cui ho fatto numerose lotte politiche, dai diritti umani, alle libertà economiche e civili, alla difesa dei più deboli”.



“Per non parlare della burocrazia, le carceri, i migranti e via dicendo. Serve una riforma coraggiosa e complessiva, perché dalla giustizia giusta passa lo Stato di diritto e quindi la democrazia e la tutela delle libertà”, ha proseguito Emma Bonino ai microfoni del quotidiano torinese. Non è mancata una frecciatina a Salvini, con la Lega tra i promotori del referendum ma non in prima linea come in un primo momento: “Mi pare sia interessato a mettere in discussione le scelte di Draghi e a correre in soccorso dell’amico Putin – diciamo che il garantismo e la simpatia per quei regimi dove la libertà dei cittadini è annichilita sono un po’ in contraddizione – e i referendum non siano le priorità”.



EMMA BONINO SUI REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA

Emma Bonino ha acceso i riflettori sulla distanza tra cittadini e politica, ponendo l’accento soprattutto sulla disinformazione. “Dei quesiti si parla poco e non in mondo coinvolgente”, ha spiegato la figura di spicco del mondo radicale: “Nemmeno sulla Rai che dovrebbe svolgere un ruolo di servizio pubblico”. Emma Bonino si è poi soffermata sullo sciopero della fame indetto dal senatore leghista Calderoli contro il black-out informativo, ammettendo di apprezzare il suo sforzo: “Ritengo che sia un atto non violento, da me e Marco Pannella usato in moltissime occasioni, efficace. Non so se la situazione sia più o meno peggiorata. Di certo non si è fatto alcun avanzamento per informare e, quindi, consapevolizzare le scelte dei cittadini italiani che restano alloscuro e quindi si distanziano sempre più dalla politica”.

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