La riforma della giustizia è uno dei dossier più delicati per il governo guidato da Mario Draghi, Emma Bonino è convinta che non basterà un ministro come Marta Cartabia. Intervistata da Il Mattino, la senatrice ha sottolineato una maggioranza così larga difficilmente sarà in grado di confezionare una riforma efficace, considerando che «le proposte della signora ministro Cartabia non sono in grado da sole di affrontare i problemi di crisi endemica della giustizia».
Emma Bonino ha acceso i riflettori sulla durata dei processi in Italia, cinque-sei volte superiori a quelli degli altri Paesi, senza dimenticare gli altri ostacoli, ovvero «separazione delle carriere, sistema di formazione ed elezione del Csm, poteri di indirizzo e di controllo del ministro della Giustizia, obbligatorietà dell’azione penale, responsabilità civile dei magistrati». E l’ex ministro degli Affari esteri ha le idee chiare: «Se su questo non si possono raggiungere compromessi accettabili in Parlamento, è giusto che la parola sia rimessa ai cittadini», in riferimento ai referendum proposti da Lega e Radicali.
EMMA BONINO SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
Nel corso della lunga intervista a Il Mattino, Emma Bonino ha parlato del problema della carceri affollate, rimarcando che a suo avviso bisognerebbe limitare la galera ai reati più gravi e per il resto ricorrere a pene alternative che negli altri Paesi «si rivelano molto più efficaci». La senatrice si è poi soffermata sui referendum sulla giustizia, evidenziando di essere disposta ad appoggiarli senza tentennamenti. Le distanze politiche da Salvini restano nette e note, ha aggiunto Emma Bonino, che considera il leader della lega un giustizialista di destra: «Ma se i quesiti sono per me accettabili, i diritti costituzionali sono di tutti, politici e cittadini, e sono l’ultima persona al mondo a fare il processo alle intenzioni di altri che su un problema spingono nella mia stessa direzione».