Emma criticata per aver cantato in un cimitero: ecco cosa è successo

Emma Marrone è di nuovo al centro del ciclone mediatico, questa volta per la sua arte. La cantante, infatti, è stata criticata per la scelta di girare la clip musicale del brano In Italia, con Fabri Fibra, in un cimitero. Il giornalista di Famiglia Cristiana, Francesco Anfossi, ha accusato l’artista di mancata delicatezza per essersi esibita nel camposanto di Busto Arsizio.



Sono luoghi di silenzio e preghiera, luoghi sacri dalla notte dei tempi, per noi cristiani, spazi di speranza e anticipazioni della vita eterna dove assaporare le Beatitudini e sperare di riabbracciare i propri cari. Nella “quiete lunare” del camposanto, come scrive il poeta «fronda non trema e non trafiata il vento». E invece ci hanno impiantato un set canterino finito in YouTube e mi piacerebbe sapere cosa ne penserebbe Emma Marrone o il suo produttore o Fabri Fibra e tutta la compagnia cantante, compreso l’assessore o il funzionario che ha dato i permessi, se facessi la stessa cosa sulla tomba dei loro cari” si legge.



Emma Marrone l’accusa per aver girato una clip musicale in un cimitero

Emma Marrone ha girato la clip musicale del brano di Fabri Fibra, In Italia, presso il cimitero di Busto Arsizio. Questo gesto ha dato adito alle polemiche di una certa parte più “conservatrice” della popolazione. A sollevare il caso, il giornalista Francesco Anfossi di Famiglia Cristiana contrario a certi tipi di iniziative presso luoghi sacri.

Ho letto anche le repliche dei favorevoli a questo tipo di esibizione, anche nella mia città. Si trattava di una canzone molto bella e profonda (vero). L’effetto è stato anche quello di mettere in luce e rendere popolare uno dei monumenti più riusciti di “architettura brutalista”, quella dell’architetto Luigino Ciapparella, allievo del capofila Richino Castiglioni (vero anche questo). Si dice che l’arte non ha confini (discutibile).” E ancora: “Del resto non è certo la prima volta che si gira un film in un camposanto, anzi. Ricordo in particolare la scena iniziale di un film di Gianfranco Bettetini, ambientata al Cimitero Monumentale di Milano (“L’ultima Mazurka). Ma è qualcosa che si dovrebbe limitare, e forse non praticare mai. Mi piacerebbe che i camposanti rimanessero isole inaccessibili di dolore, di pianti. E di speranza di resurrezione” scrive il giornalista su Famiglia Cristiana.