C’è anche Emma Marrone tra gli ospiti della nuova puntata di Verissimo, il rotocalco/talk show condotto da Silvia Toffanin con protagonisti i personaggi del momento del mondo dello spettacolo (e, nel caso particolare di Emma, del mondo della musica). Per Emma è un periodo particolarmente prolifico: nei mesi scorsi, infatti, è tornata a esibirsi live su diversi palchi tra cui anche quello di Sanremo, dove ha cantato in coppia con la sua amica di sempre Alessandra Amoroso.
Come tutti sanno, con Alessandra, Emma condivide non soltanto le origini (sono entrambe salentine), ma anche parte del percorso artistico. Entrambe, infatti, hanno preso parte al talent show Amici di Maria De Filippi circa dieci anni fa, ed entrambe ne sono uscite vincitrici. Fu sua madre, in realtà, a iscrivere Emma ad Amici, dopo che lei ebbe affrontato e sconfitto il suo tumore: “Mi sono ammalata la prima volta a 25 anni: nella mia testa era un segnale del destino che dovevo mollare e cercarmi un lavoro serio, come sosteneva papà (e adesso lo capisco, era spaventato!). Invece mia madre di nascosto mi ha iscritto ad Amici, mi sono presentata ai provini e la mia vita è cambiata. Ma a mamma devo altro…”.
Emma Marrone: “Da bambina ero chiusa e timida”
Ciò che Emma sostiene di dovere a sua madre è un insegnamento importante: “Mai puntare sull’esteriorità”. Lo spiega in un’intervista rilasciata a fine 2020 a Io donna, dove parla approfonditamente anche del suo rapporto con la fama: “Sono salita sul palco quando avevo forse 10 anni, con la band amatoriale di mio padre (infermiere, mentre la madre è sarta ricamatrice, n.d.r.). Acconsentivo, in realtà, solo per veder felice lui: ero una bambina molto chiusa e molto timida, so che non si immaginerebbe! (ride) Non mi piaceva né espormi né essere applaudita, detestavo i complimenti. Ancora mi disturbano”.
Emma Marrone ripercorre i suoi esordi
Crescendo, Emma Marrone ha capito che la musica poteva essere un mezzo per lei per esprimersi, ciò che non riusciva a fare appieno attraverso le parole. Inoltre, la musica le offriva anche la possibilità di lasciare il Salento, la provincia: “A 22-23 anni mi sono autoprodotta un disco a Torino”, ricorda Emma, “ma era difficile entrare nel circuito discografico: mi sono sentita ripetere invariabilmente la stessa cosa, che non era per me”. Ciononostante, la cantante non si è mai sentita penalizzata, e in se stessa ha trovato la forza per inseguire il suo sogno: “Penalizzata no, non ho mai permesso a nessuno di penalizzarmi: sono una combattente e, dopo un decennio di questo mestiere, mi è venuto un bel pelo sullo stomaco. Osteggiata, sì: capita che qualcuno tenti di piazzarmi i bastoni fra le ruote. Tengo duro”.