Finisce nella bufera il presidente francese, Emmanuel Macron, colpevole di aver difeso pubblicamente l’attore Gerard Depardieu. Di recente oltralpe è stato pubblicato una sorta di docufilm in cui proprio l’artista esternava frasi oscena nei confronti delle donne e in un’occasione anche di una bambina, dichiarazioni che avevano fatto il giro del mondo, indignando soprattutto i francesi. Nel contempo Depardieu è accusato di abusi e violenze sessuali da diverse donne a il ministro della cultura, Malak, ha annunciato l’apertura di un procedimento disciplinare verso l’attore, che potrebbe portare al ritiro della Legione d’Onore. Macron la pensa diversamente e nel corso del programma “Cà Vous” su France 5, ha commentato: “Il ministro della Cultura è andato un po’ troppo oltre”.
E ancora: “La Legione d’Onore non esiste per predicare la moralità. Non è sulla base di un reportage che togliamo la Legione d’Onore a un artista”, per poi precisare: “Sono un grande ammiratore di Depardieu, è un grande attore. Genio della sua arte, ha fatto conoscere la Francia in tutto il mondo e rende orgogliosa la Francia”. Macron ha voluto sottolineare come Depardieu sarà giudicato nelle sedi opportune: “Sulla violenza contro le donne continuerò a lottare, ma voglio che sia fatto nell’ordine giusto. Odio la caccia all’uomo. Le procedure legali faranno il loro corso”, quindi il presidente ha chiesto che sia rispettata la “presunzione di innocenza”, togliendo la Legione d’Onore solo in caso di condanna: “Sennò, avremmo tolto l’onorificenza a molti artisti. Se ogni volta che qualcuno ti accusa delle peggiori cose tu, che hai un ruolo pubblico, non puoi più fare nulla, si respira un’aria di sospetto, non è più democrazia. Non siamo più cittadini liberi”.
EMMANUEL MACRON DIFENDE DEPARDIEU IN TV: LE REAZIONI DI ROUSSEAU E SAQUEÉ
Numerose le reazioni contrarie, come ad esempio quella di Sandrine Rousseau, leader degli ecologisti di Eelv: “l’ennesimo insulto al movimento per liberare le voci delle vittime di violenza sessuale”. Oliver Faure, leader del partito socialista, ha aggiunto: “Questo Presidente non crede in nulla di ciò che dice, qualunque sia l’argomento. Se fossi io ministro in carica mi porrei seriamente la questione se seguire Aurelian Rousseau”, quest’ultimo, ministro della salute che si è dimesso dopo la recente approvazione della legge sull’immigrazione.
Infine le durissime parole di Salomé Saqué, leader delle femministe: “Dichiarazioni semplicemente sconcertanti, assolutamente incomprensibili dalla bocca di un capo di Stato. Parole degne di un promotore della cultura dello stupro”, così come si legge su Agi.