Il presidente francese Emmanuel Macron è partito alla volta della Polinesia Francese dove, nelle prossime ore, sarà chiamato a pronunciare un discorso solenne sul legame indissolubile tra il paese e la Francia. L’arrivo del presidente, atterrato con l’Airbus a Tahiti, è stato accolto come da prassi da medici e infermieri che hanno sottoposto il capo di Stato a i 150 membri della sua delegazione al test anti-Covid, poi gli incontri istituzionali scesi gli scalini del velivolo con tanto di collane di fiori. La visita, iniziata con il passaggio dovuto all’ospedale di Tahiti per ringraziare i medici che lottano contro il Covid, è partita però sotto la polemica. Dalla Polinesia è infatti arrivata la richiesta al presidente di fare i conti con la storia e presentare delle scuse ufficiali per l’impatto devastante che i test nucleari francesi hanno avuto nell’arcipelago del Pacifico.



Una visita di quattro giorni, un macigno da risolvere per Macron che sarà chiamato a dire la sua sui test effettuati in Polinesia dal 1966 al 1996. Furono ben 193 in trent’anni, paragonati a circa 800 bombe di Hiroshima con effetti disastrosi sulla popolazione. Diverse persone, tra i 40 e i 50 anni, infatti hanno riscontrato cancro alla tiroide, con i tassi più alti al mondo. Le organizzazioni che rappresentano le vittime fanno sempre più pressione sull’Eliseo. Solo 63 civili sono stati risarciti per l’esposizione dalle radiazioni, ma la speranza è che Macron si scusi nel suo discorso e confermi il risarcimento per le vittime.

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