Emmanuelle Seigner, moglie di Roman Polanski, è stata travolta dalla bufera dopo il suo intervento in una trasmissione francese. “A 13 anni si è giovani, certo, ma quella era un’epoca molto permissiva” ha affermato nel corso del programma ‘Sept à huit’, in riferimento all’accusa mossa contro Roman Polanski di aver drogato e violentato Samantha Gailey, allora tredicenne, a Los Angeles nel 1977. “Il rapporto con l’età è cambiato molto – ha proseguito Emmanuelle Seigner – All’epoca, la lolita veniva elogiata e celebrata. Io ho iniziato la mia carriera di modella a 14 anni, non è stata una storia che mi ha sconvolto”.



Emmanuelle Seigner , 56 anni, ha alle spalle una lunga carriera da attrice ed è sempre rimasta al fianco del marito, l’89enne regista Roman Polanski oggetto di numerose accuse di abusi sessuali. Le parole che ha usato in sua difesa nel corso del programma francese, andato in onda nella serata di domenica scorsa, hanno però indignato la Francia e catapultato la donna al centro della bufera. In riferimento a Samantha Gailey, nel corso della trasmissione Emmanuelle Seigner ha affermato che lei e Polanski “si scambiano e-mail. Lei non sopporta più questo status di vittima. Per questo motivo chiede l’archiviazione del procedimento”. Per l’accusa di aver abusato di lei, il regista aveva ricevuto una condanna e aveva trascorso 42 giorni in carcere, quindi era fuggito dagli Stati Uniti prima che il giudice potesse rivedere l’accordo e assegnargli altri anni di reclusione.



Emmanuelle Seigner, “tutte le ragazze giovani volevano andare a letto con Roman Polanski”

Nella sua intervista al programma francese ‘Sept à huit’, Emmanuelle Seigner parla del marito Roman Polanski spiegando che “quando ho conosciuto mio marito, tutte le donne volevano andare a letto con lui, tutte le ragazze giovani volevano andare a letto con lui, era una cosa assurda, pazzesca”. E aggiunge che “aveva 52 anni, ne dimostrava 30, era un grande regista” e per questo motivo sostiene che “era molto attraente e non credo che avesse bisogno di violentare qualcuno”. Tra i passaggi del suo intervento che più hanno indignato la Francia, varcando anche i confini del Paese, c’è il parallelismo tra le persecuzioni di cui sarebbe oggetto Roman Polanski e quelle subìte dagli ebrei.



Emmanuelle Seigner infatti ha ricordato la protesta scoppiata durante l’assegnazione del Caesar a Polanski per la regia de ‘L’ufficiale e la spia’, quando “fuori della sala le militanti femministe manifestavano e i poliziotti hanno usato i gas lacrimogeni. Alcune hanno gridato ‘Non siamo noi che dovete gasare, ma Polanski’. Vorrei ricordare comunque che la madre di Roman è morta incinta nelle camere a gas di Auschwitz. Dunque, non so se abbiamo bisogno di queste militanti femministe”. Roman Polanski ha alle spalle numerose accuse di violenza e aggressione sessuale ai danni di attrici e artiste all’epoca molto giovani, di età compresa tra i 10 e i 16 anni. Accuse che Emmanuelle Seigner ha rispedito alle mittenti con queste parole, attirandosi invece la furia dell’intera Francia.