Per costruire un giudizio su un tema attuale ma difficile, su cui è stato detto tutto e il contrario di tutto, occorre fissare alcune idee chiare.
Se è possibile raccogliere da siti Internet, o dalla lettura di riviste specialistiche, le informazioni sul Progetto Genoma Umano, è molto difficile passare da queste a una conoscenza articolata e critica del problema senza la quale non si dà insegnamento.
In questo articolo il tema è sviluppato in termini storici e culturali molto chiari; l’autore, attraverso un percorso ragionato, documentato e giudicato, illustra il rapporto tra il significato scientifico del progetto genoma e la posizione umana, quindi etica, del ricercatore.



Tra qualche tempo, quando la storia sarà rivista dai principali bersagli della scienza nel passaggio tra i due millenni, si parlerà del punto di flesso che implica, per la biologia e per l’uomo stesso, la conoscenza fino all’ultimo dettaglio dell’informazione genetica contenuta nel genoma umano. Per questo è interessante analizzare le radici dell’idea dell’ingente progetto che lo ha reso possibile. In prima approssimazione si possono indicare varie ragioni, che vanno dal semplice desiderio di approfondire la conoscenza scientifica, o di trovare nuovi metodi per la diagnosi e la cura delle malattie, fino al desiderio di comprender meglio un fenomeno tanto difficile da definire come è la vita. James Watson, co-scopritore della struttura molecolare del DNA e uno dei promotori del Progetto Genoma Umano, nel 1990 diceva: «È in gioco l’orgoglio nazionale nordamericano: nello stesso modo in cui nel 1961 il presidente Kennedy prese la decisione di mandare un uomo sulla Luna, ora la nazione si è messa in gioco in un obiettivo altamente visibile e importante. […] Anche se il costo globale del sequenziamento di tutto il DNA umano [stimato all’inizio in 3 000 milioni di dollari] sarà di un ordine di grandezza inferiore a quello dell’invio dell’uomo sulla luna, le ripercussioni saranno molto più grandi.» L’iniziativa di avviare le ricerche per conoscere il nostro genoma è simile ad altre imprese dell’intelletto che qualche volta spingono l’uomo verso opere grandi. C’è una reiterazione causale nella storia degli uomini: il pensiero, l’arte, la scienza e la tecnologia partono dallo stesso impulso intellettuale proprio della condizione umana. Il fatto di rivelare il nostro genoma è paragonabile alla conquista della Luna o all’impresa di Vesalio che, nel XVI secolo, usava la dissezione per arrivare a conoscere nel dettaglio tutti i particolari dell’anatomia umana. Gran parte del successo di Vesalio, nonostante mettesse in dubbio le tradizionali conoscenze di Galeno, si deve attribuire all’emergere della stampa che permise di illustrare le sue dettagliate descrizioni. In questo parallelismo storico, il Progetto Genoma Umano deve il suo successo all’emergere della rivoluzione informatica, che permette di ordinare e immagazzinare tutta l’informazione che si è andata accumulando dal suo inizio.



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Nicolás Jouve de la Barreda
(Ordinario di Genetica e direttore della Unidad de Biología Molecular presso la Universidad de Alcalá de Henares (Madrid, Spagna). È stato presidente della Sociedad Española de Genética (SEG). È membro della Asociacion para la Investagacion y la Docencia Universitas)

© Pubblicato sul n° 13 di Emmeciquadro

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