Una lunga esperienza di maestro è condensata in questo breve saggio, che si presenta in primo luogo come un’appassionante lezione di metodo.
Già la forma che l’autore sceglie, il «dialogo», richiama le lezioni magistrali di grandi predecessori quali Aristotele, o San Francesco di Sales o Galilei e incuriosisce il lettore che procedendo nella lettura apprezza questo modo di comporre; l’autore infatti, rivolgendosi a una persona particolare, Irene, riesce a inserire anche il lettore in una sorta di pacata e affettuosa conversazione.
Il testo è improntato al rigore e privilegia l’argomentazione intorno al «metodo del ben pensare» perché per questa via ci si trova «davanti tutto il mistero del pensiero».
I titoli dei capitoli suggeriscono un percorso che conduce al cuore della questione. Ecco in sintesi le tappe.
Dell’ammirazione
L’ammirazione attiva consiste «nel creare sempre in sé […] dei centri e dei focolai di interrogazione; nel porsi dei problemi, nell’intuire le forme possibili di soluzione; nell’immaginare senza alcun aiuto quello che si sta per leggere o vedere», perché «chi non sa che cosa cerca, non sa che cosa trova».
Dell’invenzione e del giudizio
«Pensare è discernere il vero dal falso; ben più, l’eccessivo e il parziale dal giusto, dal completo, dal sicuro. Perché la perfezione della verità è sempre legata alla misura, all’equilibrio dei contrari, alla precisione dei particolari».
Dell’elezione
«Un tempo, era sufficiente la conversazione per mettere tutto in comune; bastava riunirsi e parlare. Ora è l’armonia delle scelte discrete e degli sforzi solitari che realizza ciò che noi chiamiamo scienza».
Della distinzione
«Lo scarto che sussisterà sempre tra la povertà del vocabolario […] e dall’altra parte la ricchezza infinita della natura, non può indurci in errore se noi lo riconosciamo, se il suo pensiero diviene una specie di preoccupazione continua […], quasi la voce della coscienza. Pensare sarà sempre servirsi dello strumento del linguaggio, e servirsi di uno strumento significa insieme amarlo e condannarlo».
Della contraddizione
«Una delle regole dell’arte di inventare è di supporre che l’impossibile esista. […] L’arte di pensare consiste nel supporre per un istante che le cose potrebbero essere il contrario di quelle che sono. […] Il problema non consiste nel formulare l’opinione contraria: ciò prova soltanto che si ha dello spirito e un discreto coraggio. L’intelligenza consiste nel far vedere come l’idea nuova coabiti con l’idea antica e la prolunghi».
Sono stati proposti alcuni passaggi senza nessuna pretesa di sistematicità, come spigolando per stimolare la curiosità e quindi il desiderio di incontrare attraverso il testo la statura intellettuale dell’autore. Ma al tempo stesso perché ciascuno incominci a cercare per sé la risposta agli eterni problemi dell’invenzione e del giudizio.
Un breve saggio da riscoprire perché di una attualità impressionante.
Jean Guitton
Arte Nuova di Pensare
San Paolo – Cinisello Balsamo (MI) 1986 (1° Edizione)
Pagine 128 – Euro 7,23
Recensione di Maria Elisa Bergamaschini
(Già insegnante di Fisica e Laboratorio presso diversi Istituti di istruzione secondaria statali e paritari è membro della Redazione della Rivista Emmeciquadro)
© Pubblicato sul n° 19 di Emmeciquadro