Albert Einstein

Pensieri degli Anni Difficili

Bollati Boringhieri, Torino 1965

Pagine 258 – Euro 15,00

Viene rieditato oggi un saggio che Einstein pubblicò nel 1950, cinque anni prima della sua scomparsa, con il titolo significativo Out of my later years; in Italia uscì per la prima volta nel 1965, offrendo, anche a un pubblico di formazione non scientifica, la possibilità di incontrare la personalità di questo genio della fisica, in tutta la sua ricchezza e, al tempo stesso, in tutta la sua semplicità.
Il saggio raccoglie riflessioni di contenuto scientifico, ma anche sociale, etico, politico e culturale in senso lato, frutto dell’irriducibile impegno di Einstein in anni in cui si susseguirono eventi tragici, gravidi di conseguenze per tutta l’umanità, anni che vanno dal 1933 al 1950.
Egli stesso visse da protagonista questi eventi, senza mai sottrarsi al rischio di un giudizio, di una presa di posizione pubblica, di un’iniziativa, forte anche della sua autorevolezza indiscussa in campo scientifico.
Non si tratta tuttavia di una miscellanea, perché c’è un filo conduttore che lega queste riflessioni: la semplicità, la profonda umanità, il richiamo forte alla ragionevolezza, la difesa strenua delle libertà fondamentali ne costituiscono infatti la trama, insieme alla dolorosa consapevolezza che una sua intuizione scientifica di grande portata conoscitiva aveva aperto la strada a un’arma dalle immani potenzialità distruttive.
I brani sulla struttura del sapere scientifico del 1936 e sui fondamenti della fisica teorica del 1940 espongono con limpida chiarezza le sue convinzioni realiste, in forte polemica con le teorie soggettivistiche emergenti; riflessioni dall’interno della fisica che guidano a comprendere le tappe concettuali essenziali dalla meccanica newtoniana, alla fisica dei quanti, alla sua teoria della relatività.
Il suo ricordo improntato a stima e ammirazione delinea la figura di scienziati che lo ebbero in vita quale amico sincero e anticonformista: Paul Ehrenfest, Marie Curie, Walther Nernst, Paul Langevin e Max Planck. E ancora, la polemica con gli scienziati russi del 1948 in difesa della libera circolazione delle idee e a sostegno di un Governo Mondiale come mezzo per eliminare il pericolo di una guerra atomica; la sua attenzione alla scuola e alla educazione delle giovani generazioni; le sue riflessioni sulla tragica sorte degli ebrei europei, sulla guerra atomica, sulla costruzione di una pace duratura.
Talora i suoi interventi e i suoi suggerimenti possono, oggi alla luce dei fatti, apparire «ingenui», ma il suo messaggio e il valore della sua testimonianza di uomo e di intellettuale di eccezionale tempra consiste nella prospettiva di fondo: la preoccupazione per l’uomo e il suo destino come molla di ogni attività del singolo e in primo luogo dell’attività dello scienziato.
Perché tutta la vita di Albert Einstein può essere racchiusa in queste brevi e semplici parole (p.127): «È dato a ogni uomo di scegliere la direzione del proprio sforzo; e inoltre ogni uomo può trarre un conforto dalle meravigliose parole di Lessing, secondo cui la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso.»



Recensione di Maria Elisa Bergamaschini
(Redazione Emmeciquadro)

© Pubblicato sul n° 21 di Emmeciquadro


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