Valorizzare la dimensione storica nell’insegnamento della fisica consiste non tanto nel fare «storia della fisica», quanto nell’introdurre questa dimensione in modo trasversale nella quotidianità didattica: si tratta per esempio di ricostruire un percorso che renda visibile l’intreccio di ipotesi ed esperimenti che hanno portato a una legge fisica.
L’analisi degli «esperimenti storici», che costituiscono punto di inizio, o di svolta, o conclusivo di ambiti di ricerca, è una delle modalità di inserimento della dimensione storica, di cui l’autore fornisce esempi significativi.



Uno dei pericoli più comuni nell’apprendimento della fisica è il dogmatismo: esso si verifica quando lo studente accetta come una regola fissa e immutabile, in qualche modo necessariamente vera e definitiva, la legge fisica che gli viene insegnata.
Questo è in gran parte dovuto al fatto che una legge fisica, più in generale l’impianto teorico della fisica, appare spesso allo studente qualcosa di estraneo e di astratto, un evento intellettuale senza coordinate spazio-temporali. Ciò impedisce una vera comprensione del sapere scientifico, storico e approssimato, e può anche creare false certezze, che si infrangono quando l’orizzonte teorico subisce una mutazione: allora la certezza si può mutare in scetticismo sul valore stesso della conoscenza scientifica.
Per superare l’estraneità non basta sottolineare che una certa teoria fisica nasce da un certo problema, che venga però posto astrattamente, perché ciò non mostra il contesto storico culturale in cui il problema stesso si pone; tale contesto non solo illumina l’origine della domanda e determina in gran parte la modalità di formulazione del problema (rendendolo al tempo stesso più comprensibile), ma rende anche più comprensibile la modalità della risposta costituita appunto dalla legge fisica.
Invece una trasmissione del sapere che ne sottolinei il carattere evolutivo, verso orizzonti sempre più ampi, può stimolare un interesse non superficiale, e in qualche modo il coinvolgimento in un’avventura umana. Innanzitutto non si tratta di fare sistematicamente la «storia della fisica».
Le esigenze di chiarezza didattica richiedono spesso di usare formulazioni diverse da quelle iniziali, senza ripercorrere sempre tutto il cammino, in molti casi tortuoso, con cui si è arrivati a una formulazione chiara. Si tratta invece di un lavoro prevalentemente trasversale, quindi intimamente connesso alla quotidianità della didattica.
Tale lavoro è teso a ricostruire un percorso, almeno in modo semplificato e tradotto didatticamente, che renda comprensibile l’intreccio di formule ed esperimenti, e la legge fisica che ne deriva.



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Lorenzo Mazzoni
(Insegnante di Fisica e membro della Redazione di Emmeciquadro)

© Pubblicato sul n° 21 di Emmeciquadro

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