for their discoveries of
odorant receptors and
the organization of the
olfactory system”
Il 4 ottobre 2004 l’assemblea dei Nobel ha deciso di premiare Richard Axel (1) [Immagine che segue a sinistra] e Linda B. Buck (2) [Immagine che segue a destra] per le loro scoperte sui «recettori odorosi e sull’organizzazione del sistema olfattivo» che hanno permesso di fare luce sui meccanismi con cui l’uomo percepisce gli stimoli odorosi e li trasforma in segnali elettrochimici che, inviati ai centri superiori del cervello, permettono il formarsi della sensazione.
Ogni cellula olfattiva possiede solo un tipo di recettore odoroso, e ogni recettore può rilevare un numero limitato di sostanze odorose, perciò le cellule olfattive sono altamente specializzate – ossia sono eccitate da un numero molto limitato di molecole.
Il meccanismo di funzionamento di questi recettori odorosi è stato identificato usando tecniche di analisi molecolare. Axel e Buck hanno dimostrato che i recettori odorosi sono G Protein Coupled Receptor (GPCR): ognuno di essi è costituito da una catena di aminoacidi ancorata nella membrana e la traversa sette volte.
Quando un recettore è stimolato da una sostanza odorosa, che funge da stimolo, si attiva, prima di tutto, la proteina G con la quale è accoppiato, poi nella cellula olfattiva si scatena un potenziale d’azione e un segnale elettrico viene inviato al cervello attraverso il sistema nervoso. Da ogni cellula partono sottili processi nervosi che trasportano lo stimolo direttamente a distinti microdomini, i glomeruli, nel bulbo olfattivo, l’area olfattiva primaria del cervello; cellule che hanno lo stesso tipo di recettore mandano i loro prolungamenti nervosi allo stesso glomerulo. Da questi microdomini nel bulbo olfattivo l’informazione è rilanciata ad altre parti del cervello, dove viene elaborata combinandosi con informazioni che vengono da altri tipi di recettori olfattivi.
Un buon funzionamento dell’olfatto è importante in tutti i momenti della nostra vita: per esempio, quando percepiamo un buon odore possiamo dire che vicino a noi c’è «qualcosa di buono»; se annusiamo un buon vino, si attiva una schiera di recettori odorosi che permette di percepirne tutte le sfumature. Anche un solo odore può scatenare il ricordo di esperienze passate, positive o negative, come per esempio l’odore di un cibo di cui abbiamo fatto un’indigestione.
L’olfatto è eccezionalmente importante per molti animali adulti, che sono in rapporto con l’ambiente attraverso gli odori: nei cani l’area dell’epitelio olfattivo è circa quaranta volte più ampia che nell’uomo. Ma l’odore è assolutamente essenziale quando un neonato di mammifero cerca le mammelle della propria madre per succhiare il latte.
Ci sono evidenze che i meccanismi scoperti da Axel e Buck si applicano anche ad altri sistemi sensoriali; per esempio, Axel e Buck hanno scoperto che i feromoni sono riconosciuti da due altri tipi di GPCR localizzati in differenti parti dell’epitelio nasale; le papille gustative della lingua hanno ancora un altro tipo di GPCR associato al senso del gusto.
Maria Cristina Speciani
(Caporedattore di Emmeciquadro, già docente di Scienze Naturali nei Licei)
Note
- Richard Axel (1946- ) statunitense, lavora alla Columbia University a New York (USA)
- Linda B. Buck (1947- ) Statunitense, lavora al Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle (USA)
© Pubblicato sul n° 22 di Emmeciquadro