In questo articolo, tratto da “Il Nuovo Areopago, Anno 19 – n° 4/2000” e dove sono contenuti elementi di riflessione molto attuali, l’autore affronta due questioni di grande importanza: il rapporto scuola – società (e anche scuola – Stato), e il rapporto insegnamento – apprendimento.
Partendo dal Contratto sociale di J.J. Rousseau, mostra come si sia sviluppata una concezione di scuola funzionale allo Stato e alla sua ideologia. In Italia la riforma Gentile si situava in questa prospettiva.
In tempi più recenti si è sviluppato un tipo di rapporto più articolato e complesso fra scuola e società, fondato sui concetti di continuità e di integrazione, che l’autore esamina nei suoi aspetti problematici.
Nella seconda parte dell’articolo viene esaminata l’evoluzione del concetto di apprendimento, che si rifà al cognitivismo, nella sua più moderna versione, quella del costruttivismo.
Dopo aver richiamato le sue radici, che risalgono alla psicologia cognitiva di J. Piaget e al modello progressivo di pragmatismo di J. Dewey, si citano due affermazioni che si prestano a illustrare i caratteri essenziali del costruttivismo. La prima è di C.T. Fosnot, che definisce il costruttivismo «una teoria che riguarda la conoscenza e l’apprendimento». La seconda è di Murphy: «nella prospettiva costruttivista, la conoscenza è costruita dall’individuo attraverso le sue interazioni con il suo ambiente nell’intento di dare senso al proprio mondo».
L’autore passa poi a esporre i punti fondamentali del costruttivismo come teoria dell’apprendere, ed esprime una serie di rilievi critici.
Questa parte, che ci è sembrata quella di maggior interesse per una riflessione sulla didattica delle scienze, è oggetto del reprint che presentiamo, con l’intento di offrire ai lettori una riflessione pacata e rigorosa sulle categorie sottese, e raramente esplicitate, di una certa didattica che in questi anni ha pervaso e spesso condiziona il modo di fare scuola.
Infine, nel paragrafo conclusivo, viene formulata un’ipotesi di lavoro, fondata su tre urgenze riconosciute come irrinunciabili in un sistema scolastico e formativo: la centralità del rapporto educativo, la formazione concettuale dei giovani e la creazione di una coscienza critica.



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Onorato Grassi
(Docente di Storia della Filosofia medievale alla LUMSA di Roma)

© Pubblicato sul n° 24 di Emmeciquadro

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