Insegnare fisica al biennio della scuola secondaria di secondo grado è spesso considerato un’impresa ardua, al punto che autori di libri di testo e insegnanti scelgono spesso la scorciatoia di un apprendimento mnemonico di formule e di un’attività di laboratorio appiattita su un «saper fare» fine a se stesso.
L’autore presenta un percorso realizzato con studenti del secondo anno di istituto tecnico, di notevole valenza culturale in cui le dimensioni storica, concettuale e sperimentale si intrecciano in un’esperienza conoscitiva unitaria. Un esempio controcorrente da imitare, anche perché fa della didattica l’occasione di un serio autoaggiornamento per il docente.
Negli anni Novanta è stata introdotta, nei curricoli dell’Istruzione Tecnica e Professionale, un’attività interdisciplinare chiamata «Area di Progetto». Tale attività, che occupa uno spazio orario non superiore al 10% del monte ore annuo delle discipline coinvolte, ha come obiettivo che «il principio di unitarietà del sapere e del processo di educazione e formazione culturale arrivi a esplicitarsi in una collaborazione concreta fra docenti di diverse discipline».1
Essa si propone di «favorire l’apprendimento di strategie cognitive mirate a comprendere come si formano ed evolvono le conoscenze […], cogliere le relazioni esistenti tra l’astratto ed il concreto […], sollecitare gli allievi ad affrontare nuovi problemi con spirito di autonomia e creatività».2
Tutto ciò, almeno nel biennio, resta solo una buona intenzione se, come spesso è avvenuto, si crede che gli studenti possano progettare e realizzare un percorso di apprendimento senza la guida sicura dell’insegnante che, coinvolgendosi con essi passo dopo passo, ne indica di continuo il significato in relazione alla meta dell’attività intrapresa.
A partire da un confronto serio con altri insegnanti di discipline scientifiche (da alcuni dei quali ho imparato molto) ho avuto l’occasione di verificare l’efficacia di un insegnamento della fisica nel quale è valorizzata la dimensione storica e, profondamente connessa con essa, la dimensione sperimentale.
Così, già da qualche anno, utilizzo lo spazio dell’Area di Progetto per affrontare alcuni argomenti di fisica con una modalità che renda i ragazzi «protagonisti» del proprio cammino di conoscenza ripercorrendo quello intrapreso dagli scienziati per giungere alla comprensione e alla descrizione rigorosa di dati fenomeni fisici.
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Novella Sestini
(Docente di Fisica e laboratorio presso l’I.T.I.S “Badoni” di Lecco. L’attività è stata svolta in una classe seconda)
Note
In: «Progetto FASE di Riorientamento dell’Istruzione tecnica e professionale».
ibidem
© Pubblicato sul n° 24 di Emmeciquadro