Questo volume raccoglie contributi di diversi autori, che hanno in comune la prospettiva di una decisa affermazione della portata culturale delle discipline scientifiche e della valenza educativa del loro insegnamento. L’orizzonte è quello delle scienze sperimentali, dato che alla matematica è stata dedicata una precedente pubblicazione della stessa collana «Istruzione e cultura».
Il testo è suddiviso in tre parti. Nella prima, il problema della formazione scientifica viene collocato in un più ampio contesto culturale ed educativo. Marco Bersanelli parte dalla crisi delle facoltà scientifiche, specialmente quelle di indirizzo matematico-fisico, interrogandosi sulla motivazione di una caduta di interesse per la scienza pura.
«Sta perdendo di credibilità una scienza che troppo a lungo ha preteso di vivere in una sorta di intoccabile isolamento dal resto dell’umanità, quasi fosse un metodo di conoscenza che non ha bisogno di null’altro se non di se stessa». In queste condizioni la scienza inaridisce e cadono a lungo termine anche le motivazioni per impegnarsi in essa. «Un’autentica educazione alla scienza avrà quindi come esito l’approfondirsi del nesso tra l’esperienza scientifica e la totalità dell’esperienza umana del soggetto in essa coinvolto».
La potenzialità educativa della scienza, nel senso riaffermato dal primo contributo, viene sviluppata analiticamente da Mario Gargantini. Partendo dalla domanda «Divulgatori o educatori? » l’autore afferma che la posizione corretta di un insegnante è quella di comunicare un’esperienza; questo non significa solo un coinvolgimento personale dell’insegnante, ma anche che la persona deve essere rimessa in qualche modo al centro dell’impresa scientifica che si comunica. Quindi viene sottolineato l’aspetto di creatività che contraddistingue il lavoro scientifico e ne vengono ricordate le fasi: il porsi di una domanda alla realtà, l’osservazione, gli indizi, la congettura, la scoperta, la bellezza che emerge a un livello talora impensabile da una teoria scientifica che illumina un aspetto della realtà.
La seconda parte contiene una puntualizzazione del linguaggio e del valore conoscitivo della scienza. Nel primo contributo Giuseppe Del Re porta l’attenzione sugli aspetti linguistici, particolarmente rilevanti in ambito scientifico, mostrandone le notevoli implicazioni culturali, e aprendo quindi agli insegnanti lo spazio di una responsabilità educativa nel comunicare i termini scientifici agli studenti.
Nel secondo contributo Giovanni M. Prosperi affronta la portata conoscitiva delle teorie e la corrispondenza fra modelli e realtà, riferendosi in particolare alla fisica, anche se la validità e l’interesse del suo contributo si estende ben oltre i confini di una singola disciplina.
Nella terza parte, il discorso culturale ed educativo entra nello specifico della didattica delle singole discipline.
I contributi forniscono, a diversi livelli, un quadro complessivo del lavoro didattico che costituisce un importante elemento di confronto per la programmazione didattica:  



  1. Per capire i segreti della vita di Maria Cristina Speciani;

  2. Il problema nell’insegnamento/apprendimento della fisica di Lorenzo Mazzoni;  

  3. Un linguaggio della fisica: la geometria di Maria Elisa Bergamaschini;

  4. L’insegnamento della chimica. Valenze culturali e didattiche di Villi Demaldé;

  5. Lezioni di chimica di Maria Cristina Speciani.




A cura di Mario Gargantini

La Cultura Scientifica nella Scuola

Marietti, Milano-Genova 2006

Pagine 195 – Euro 16,00

Recensione di Maria Birocchi

© Pubblicato sul n° 26 di Emmeciquadro

Leggi anche

SCIENZAinATTO/ Leggere una grande storia nelle righe di uno spettroSCIENZA&LIBRI/ Machina sapiensSCIENZA&LIBRI/ Nonostante tutto. Una vita nella scienzaSCIENZA & LIBRI/ Il grande albergo degli scienziati