Un dialogo franco e serrato su un tema scottante: il dilagante irrazionalismo di cui è affetto anche il mondo degli scienziati.
Una posizione che affonda le sue radici in ideologie di stampo scientista sempre più pervasive anche a causa di una divulgazione scientifica di basso profilo.
U
na posizione da cui non è immune il mondo della scuola sia perché studenti e insegnanti assumono acriticamente le informazioni dei media, sia perché la struttura stessa, a tutti i livelli di scolarità, favorisce il disimpegno culturale.



In occasione del recente referendum sulla fecondazione assistita lei ha preso posizione pubblicamente contro un certo modo di assolutizzare indebitamente la scienza.
Che cosa l’ha spinta a questo?

In realtà ho sempre avuto questa posizione, non è nata adesso. Già nel 1998 ho pubblicato un libro intitolato Il giardino dei noci. La tirannia della tecnoscienza, che però avevo scritto alcuni anni prima; quindi sono almeno dieci anni che dico queste cose.
È chiaro che sono controcorrente e che la maggior parte dell’ambiente scientifico è ostile a posizioni di questo genere, tant’è vero che quel libro venne rifiutato da diversi editori importanti, con motivazioni più o meno del tipo «è espressione di una crisi mistica dell’autore»; alla fine lo dovetti pubblicare con un piccolo editore [CUEN, Napoli] in maniera quasi clandestina.



È preoccupante …

Certo che è preoccupante! Quando si assumono posizioni di questo genere, hai un bel dire, come ho cercato di sostenere, che questa è l’unica vera forma di atteggiamento razionale, che io difendevo una posizione razionalista contro la vera posizione irrazionalista, che è quella scientista; ma non ti stanno neanche a sentire, ti bollano immediatamente come un mistico.
Le posizioni che oggi dominano sono quelle «alla Odifreddi». Addirittura uno dei referee che aveva respinto il mio libro, per la smania di attaccarmi, giunse a criticare le mie idee nella recensione a un altro mio libro, che parlava di tutt’altro.
Questo per dire la scorrettezza e la violenza che suscitano queste posizioni.



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A cura di Paolo Musso
(Filosofia della Scienza – Università dell’Insubria – Varese)

Giorgio Israel
(Docente di Storia delle Matematiche e direttore del Centro di Ricerche in Metodologia della Scienza presso l’Università La Sapienza di Roma)

Intervista rilasciata a Rimini il 24 agosto 2005 durante il XXVI Meeting per l’Amicizia fra i Popoli

© Pubblicato sul n° 26 di Emmeciquadro

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