Si è parlato anche di educazione nei due principali eventi italiani di comunicazione scientifica rivolti al grande pubblico; e, in entrambi i casi, a Emmeciquadro e all’Associazione Euresis è toccato il ruolo di testimonial di un cammino educativo praticabile e in grado di motivare e mobilitare i giovani.
Dapprima a BergamoScienza poi al Festival della Scienza di Genova, l’accento è stato posto sulla meraviglia come fattore permanente di conoscenza: non solo quindi come molla iniziale della ricerca ma come esperienza sempre rinnovata che mette il ricercatore, l’insegnante, lo studente in condizione di totale apertura verso il reale, alimenta la curiosità, scatena interrogativi e potenzia le stesse capacità analitiche e strumentali.
Il messaggio per gli insegnanti è perentorio: si tratta, anzitutto da parte loro per poterlo poi condividere con gli allievi, di affrontare il difficile impegno scolastico di ogni giorno con l’atteggiamento di chi è pronto a lasciarsi sorprendere dagli avvenimenti, dagli incontri, dalle informazioni.
Ciò può accadere più facilmente di fronte alle novità, come quelle che emergono dagli studi un po’ esotici condotti dalla Nasa sui cosiddetti «analoghi terrestri» di altri pianeti e raccontati in questo numero da Rosalba Bonaccorsi. Ma può verificarsi anche nel tentativo di comprendere, come fa Luca Dell’Aglio, la difficoltosa ricezione dei teoremi di incompletezza di Gödel e di evidenziarne la portata sempre più attuale. E non mancherà di stupirci anche uno scenario più consueto, come l’ecosistema marino dell’Adriatico, il cui fascino non viene sminuito dalle complesse indagini fisiche, biochimiche e climatologiche alle quali ci introduce Mauro Marini col prezioso e insostituibile sussidio di diagrammi, mappe e schemi grafici.
Sono novità che raccontano una storia, una storia cosmica; ma di un cosmo che, come tale, non riguarda solo le lontane galassie o i fenomeni primordiali: nella sua universalità e unitarietà investe tutto, a cominciare dai fenomeni più quotidiani e apparentemente ripetitivi.
Una storia sorprendente, alla quale partecipa ognuno di noi. E la prima sorpresa, il primo stupore, è proprio il fatto di parteciparvi, di non essere semplici spettatori distaccati o freddi contabili che si limitano a registrare i dati quantitativi che appaiono sul display degli strumenti di misura.
La presa di coscienza di questa appartenenza e di questo coinvolgimento è insieme un compito e una fonte di gratitudine; è un’esperienza che stimola e al tempo stesso autorizza la ricerca dei nessi tra il nostro io e i fenomeni; e aiuta a rintracciare e riconoscere i segni di una presenza che sottende e sostiene tutto.
Un percorso educativo che non si accontenti di potenziare delle abilità e che sia calibrato sulla persona, a ogni livello dell’iter scolastico, renderà sperimentabile quella mutua e feconda interazione tra soggetto e oggetto che fonda un progetto pedagogico armonioso, per il quale ogni passo avanti nella maturazione della persona aiuta ad affinare lo sguardo sulla natura e a penetrarla con più realismo; d’altra parte, ogni avanzamento nella conoscenza della realtà naturale diventa un contributo al consolidarsi dell’io, che si scopre sempre più fatto per essere in relazione con «l’altro».
Mario Gargantini
Direttore della Rivista Emmeciquadro
© Pubblicato sul n° 28 di Emmeciquadro