Giuseppe Franco Bassani, Professore Ordinario di Fisica dello Stato Solido fino al 2004 e quindi Professore Emerito alla Scuola Normale di Pisa, è scomparso il 25 settembre scorso. Milanese di nascita (1929), Bassani si è laureato in Fisica all’Università di Pavia nel 1952 con Piero Caldirola, svolgendo le prime ricerche a Pavia e poi a Milano. Trascorsi a partire dal 1954 nove importanti anni di formazione e ricerca negli USA presso l’Università dell’Illinois e l’Argonne National Laboratory, Bassani vince nel 1963 una cattedra di Fisica Teorica, insegnando presso le Università di Messina, Pisa e Roma, Losanna e ancora in Illinois, e finalmente, dal 1980, alla Scuola Normale di Pisa, della quale sarà Direttore dal 1996 al 1999. Bassani è stato Presidente della Divisione di Fisica della Materia Condensata della Società Europea di Fisica dal 1984 al 1992 e, dal 1999 al 2007, Presidente della Società Italiana di Fisica. In entrambe le società ha dato grande impulso all’editoria. Era inoltre fellow dell’American Physical Society e dell’Institute of Physics inglese, nonché Accademico dei Lincei dal 2000. Ha pubblicato circa 250 lavori scientifici, due libri e monografie di grande valore e originalità, che trovano riconoscimento in diverse lauree honoris causa presso università europee e americane, e innumerevoli premi. Come ha scritto Salvatore Settis, «Bassani, lasciato l’insegnamento per limiti di età, è stato nominato Professore Emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, della quale a pieno merito è considerato uno dei più importanti scienziati nell’ambito della grande tradizione della Normale».



Quando una grande personalità come Franco Bassani si congeda da noi, lascia un grande vuoto nella ristretta cerchia di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo da vicino e godere della sua straordinaria umanità. Ma affida anche alla ben più vasta comunità inter¬nazionale un inestimabile patrimonio di nuove conoscenze e di insegnamento, che si perpetuano nelle sue opere e negli innumerevoli ed eccellenti allievi.
Accanto alla genialità, ai solidi studi e all’esperienza internazionale che hanno fatto di Franco Bassani uno scienziato di prima grandezza, riconosciuto e ora rimpianto al di là e al di qua dell’oceano, troviamo in lui qualità esemplari che lo contraddistinguono come maestro: la fiducia nella conoscenza e il forte senso delle istituzioni, entrambi intesi come valori fondanti e strumenti del progresso civile, la costanza e la tenacia in ogni attività e un’indomabile forza d’animo.
Di questa Bassani ha dato incredibile prova negli ultimi difficili anni della malattia, durante i quali non ha mai fatto mancare il suo impegno alla testa della Società Italiana di Fisica e nell’editoria della Società Europea di Fisica, né il prezioso sostegno ai suoi allievi e collaboratori. Certamente non permetteva che quelle difficoltà trasparissero e turbassero il suo buon carattere, sempre sereno e cordiale. Incontrare Franco, lavorare con lui (come suo vice della divisione Materia Condensata dell’EPS) era come un mattino di festa, una bella giornata trascorsa tra i suoi vigneti di Canneto, tanto era inscindibile il suo temperamento dalla bellezza dei luoghi ove era cresciuto.



Credo siano queste qualità umane, unite all’insegnamento chiaro e rigoroso, il fondamento di una scuola di fisica incomparabile. Ovunque Bassani abbia seminato, sono cresciute generazioni di fisici, molti dei quali oggi professori ordinari di grande fama, qualcuno all’Accademia dei Lincei come il suo maestro. Bassani ha dato contributi fondamentali alla fisica teorica dello stato solido, con particolare riguardo alla struttura elettronica e alle proprietà ottiche.
Se però consideriamo lo spettro coperto dai suoi allievi, vi troviamo quasi tutti i settori di fisica della materia condensata, con escursioni nella meccanica statistica. Una ramificazione straordinaria che testimonia un insegnamento di ampia visuale sulle questioni più attuali della fisica e una grande apertura culturale. Questi elementi si potevano cogliere nelle alte qualità didattiche di Bassani quali emergevano dai suoi seminari e lezioni, e, naturalmente, dalle sue monografie: cito in particolare l’ormai classico Electronic States and Optical Transitions in Solids, scritto con G. Pastori-Parravicini per la Pergamon Press, Oxford (1975).
La prima qualità che emerge dall’insegnamento di Bassani è la sua inscindibilità dall’esperienza di ricerca. Ricerca e insegnamento dovrebbero sempre integrarsi reciprocamente e crescere insieme.
Così i seminari di ricerca di Bassani non erano, come avviene in molti casi, la semplice esposizione di nuovi risultati, ma erano costruiti secondo la struttura logica della lezione. Il problema affrontato è inizialmente presentato nel quadro delle nozioni che anche gli ascoltatori più giovani dovrebbero avere; se il problema è sorto da nuovi dati sperimentali, l’esperimento viene illustrato nei suoi aspetti essenziali. La soluzione del problema è quindi esposta, sia pure per sommi capi, come si farebbe alla lavagna in classe. La discussione dei risultati cerca infine di allargare la visuale su altri problemi simili che si potrebbero affrontare allo stesso modo, menzionando naturalmente le con¬seguenze pratiche. In breve, il seminario di ricerca é pensato come lezione, così come la lezione in classe è vivificata nella sua sostanza dalla ricerca, passata e presente, che sta alla base dei suoi contenuti. Va da sé che questo stile di insegnamento si valeva di un linguaggio rigoroso ed elegante, costruito su una vasta cultura non solo scientifica ma anche, direi soprattutto, umanistica.
È così che tanto sapere precedente confluito nella formazione di Bassani è stato elaborato e sviluppato, per ramificarsi a sua volta in un’altissima scuola, della quale hanno profittato non solo tanti ottimi allievi, ma l’intera comunità scientifica internazionale. Così cresce la conoscenza e si perpetua quella acquisita, a beneficio del genere umano.
Credo che Franco Bassani non si sia mai posto il problema se la sua ricerca, avendo grande ed esclusivo contenuto scientifico, potesse servire a questa o quell’industria, né mai si è posto questo problema nell’ambito della Società Europea di Fisica. Non dovrebbe essere questo il compito (modesto) dell’Università, bensì quello ben più alto e importante di fertilizzare la società con l’humus della conoscenza e dell’alta cultura. Il resto viene da sé.
Teniamoci cara questa straordinaria, perenne lezione di Franco Bassani.



 

 

 

Giorgio Benedek
(Ordinario di Fisica della Materia presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca)

 

 

 

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© Pubblicato sul n° 34 di Emmeciquadro


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