Partendo dalla propria disciplina, l’autore disegna un itinerario storico che copre gli ultimi due secoli, in cui vengono indicate le intersezioni fra il pensiero filosofico e il contemporaneo orizzonte scientifico. A partire dal determinismo in scienza e in filosofia, si passa a esaminare i rapporti della scienza con il positivismo e successivamente con la sua crisi che ha dato origine all’esistenzialismo e allo spiritualismo. L’analisi prosegue con una riflessione sul convenzionalismo di Poincaré e infine si accenna alle problematiche della moderna fisica subatomica in relazione al principio di indeterminazione.



Nei percorsi didattici della scuola secondaria superiore, soprattutto nell’ultimo anno, è importante che all’allievo siano proposti itinerari che stimolino collegamenti interdisciplinari, per favorire un at-teggiamento di sintesi culturale.
In questa prospettiva, si può delineare un percorso formativo incentrato su quei contenuti della disciplina filosofica più attinenti agli argomenti della scienza, da collegare con quelli delle materie scientifiche, linguistiche e letterarie.
Tale proposta è attuabile nell’ultimo anno del Liceo Scientifico; si tratta di un indirizzo scolastico che, oltre a prevedere lo studio approfondito di filosofia, lingua e letteratura straniera, presenta una valida offerta formativa per quanto riguarda fisica e matematica.



Il determinismo scientifico

La moderna concezione meccanicista si è sviluppata a partire dall’età dei lumi in continuità con il modello scientifico newtoniano ma, allo stesso tempo, ha respinto alcune tesi formulate dallo stesso Isaac Newton (1642-1727) come quella dell’assoluto spazio-temporale.
La posizione più avan¬zata della visione meccanicista è rappresentata dal determinismo di Pierre Simon de Laplace (1749-1827), secondo il quale i fenomeni naturali si svolgerebbero secondo una perfetta causalità di tipo necessario. È nota l’affermazione presente nell’opera Theorie analytique des probabilités del 1812: «Un’intelligenza che, in un dato istante, conoscesse tutte le forze che animano la natura e la situazione corrispondente degli enti che la com¬pongono e fosse così vasta da poter sottomettere questi dati all’analisi, abbraccerebbe con una sola formula i movimenti dei corpi più grandi dell’universo e quelli dell’atomo più leggero: per essa niente sarebbe incerto e l’avvenire, come il passato, sarebbero presenti ai suoi occhi».1



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Alessandro Giostra
(Insegnante di filosofia e storia, svolge le sue ricerche nel campo della storia del pensiero filosofico e scientifico)

Note

  1. Alberto Strumia, Meccanica in: Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede, Urbaniana University Press, Roma 2002

© Pubblicato sul n° 35 di Emmeciquadro

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