Parlare di protagonisti della scienza in un anno come questo 2009, può sembrare facile. È un anno ricco di anniversari e tutti, chi più chi meno, abbiamo avuto modo di visitare mostre, di partecipare a convegni o approfondire l’opera di scienziati famosi nei tanti saggi, articoli, documentari e siti web prodotti finora.
In primo piano il Galileo osservatore del cielo e scopritore di «Cose mai viste», come titola la mostra curata dall’Associazione Euresis e che sarà proposta al pubblico del Meeting per l’amicizia fra i Popoli a Rimini, apparse dal fondo del suo «occhiale». Accanto a lui, la scena è ampiamente occupata da Darwin, protagonista di continui dibattiti allora come oggi.
Molte pagine di questo numero vedono trattate le teorie evolutive, espresse però al plurale per tener conto dalla varietà di modelli e di proposte che si sono succedute in 150 anni cercando di colmare una o più delle inevitabili lacune della teoria darwiniana.
È il caso dell’interrogativo circa la fonte della novità evolutiva. Non si può farla risalire alle mutazioni casuali, come a”erma in un’intervista Lynn Margulis: «non c’è un solo esempio nella letteratura, né in campo aperto, né in laboratorio. Non esiste evidenza in favore dell’accumulazione di mutazioni casuali»; ci sono invece esempi dell’origine di novità evolutiva attraverso la simbiogenesi, una teoria per la quale la Margulis è diventata celebre e che sfida un cardine del neodarwinismo.
Un’altra idea alla base della moderna neosintesi è quella che risponde a una visione genocentrica del fenomeno vita e applica in modo riduttivo la sequenza schematica «un gene, una proteina, una funzione». Alla luce dei più recenti sviluppi della biologia molecolare, Giorgio Dieci e Paolo Tortora spiegano che la questione è più complessa e coinvolge molte più variabili che non quelle puramente genetiche; richiedendo lo studio approfondito della nuova biologia dei sistemi, che sappia tener conto di un «network di interazioni tra insiemi di proteine e tra proteine e altre molecole».
Gli anniversari del 2009 non sono però solo questi. C’è anche la pubblicazione della Astronomia Nova di Keplero, con le prime due leggi del moto planetario, una tappa altrettanto rivoluzionaria di quanto non lo siano state le opere di Copernico e Galileo, poiché per la prima volta è stato infranto il paradigma dei moti celesti circolari uniformi. Era l’apertura necessaria per scatenare la genialità fisico-matematica di Newton, del quale viene riproposto da Vittorio Banfi l’itinerario concettuale che ha portato alla teoria della gravitazione. Non senza un doveroso cenno all’attualità di tale teoria, tuttora brillantemente impiegata nella navigazione spaziale.
Il richiamo ai viaggi interplanetari porta l’attenzione su un altro anniversario del 2009: quell’allunaggio che quarant’anni fa ha fatto compiere a due astronauti un grande balzo a nome di tutta l’umanità, esaltando l’inappagata indole esplorativa dell’uomo come radice di ogni avventura conoscitiva. Ma protagonisti non sono solo i big della scienza: lo è chiunque affronti con passione, curiosità e rigore l’indagine della natura, rischiando di proporre ipotesi e accettando il verdetto implacabile dell’esperienza. Senza la presunzione di poter afferrare tutto, ma anche senza lo scetticismo che vanifica ogni sforzo e senza la paura di sbagliare.
Del resto, anche un meticoloso osservatore come Darwin è incappato in errori – come quello raccontato e discusso da Margherita Raineri – che da lui non ci saremmo aspettati; e che peraltro la quasi totalità dei biologi ha pensato bene di «dimenticare».



Mario Gargantini
(Direttore della Rivista Emmeciquadro)

© Pubblicato sul n° 36 di Emmeciquadro


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