Andrea Albini
Oroscopi e Cannocchiali
Avverbi Edizioni – Grottaferrata 2008
Pagine 256 – Euro 12,00
Divulgatore scientifico e ricercatore presso l’Università di Pavia, Andrea Albini affronta in questo volume il rapporto tra Galilei e l’astrologia. Il ruolo che la disciplina astrologica ha avuto nel pensiero del padre della scienza moderna non è stato ancora chiarito del tutto e questo libro rappresenta un tentativo di colmare questa lacuna. Si tratta di questioni non ben precisate a causa della mancanza di documenti e della complessità dell’interazione tra l’astrologia e lo sviluppo della scienza durante la Rivoluzione Scientifica.
L’autore ha specificato che questo lavoro non è una biografia completa di Galilei o un trattato sulla storia dell’astrologia moderna, ma intende soltanto presentare un aspetto poco noto dello scienziato di Pisa. Vengono descritte, pertanto, le relazioni intercorse tra Galilei e la materia astrologica mentre lo stesso Galilei svolgeva quella sua attività che lo ha consacrato ai posteri.
Si sa che Galilei compilò alcuni oroscopi, che nella sua biblioteca vi erano anche dei classici della letteratura astrologica e che venne inquisito per la prima volta nel 1604 «per aver insegnato che gli astri avevano forza di necessitare le azioni umane» (p. 78).
Si può comunque affermare con certezza che egli non fu un astrologo nel senso tradizionale del termine e che cercò in tutti i modi di prendere le distanze dai seguaci più ostinati di questa disciplina. Sono note le difficoltà economiche alle quali Galilei andò incontro, soprattutto nella fase iniziale della sua carriera accademica, e l’astrologia fu per lui un buon sistema per ovviare a tali problemi. Non a caso il distacco di Galilei dagli astrologi avvenne soprattutto dopo il suo trasferimento definitivo in Toscana e il conseguente miglioramento delle sue condizioni economiche.
L’autore affronta anche l’aspetto della posizione della Chiesa nei confronti della cultura astrologica. Anche questo argomento si rivela complesso poiché, oltre alle varie forme di determinismo astrologico, vi era anche quella parte dell’astrologia riguardante solo i presunti influssi fisici degli astri sulla salute degli uomini e, più in generale, sugli eventi naturali. Quest’ultima forma di astrologia era generalmente accettata, anche se non sempre condivisa, dalle gerarchie ecclesiastiche tra le quali non mancavano personalità che vi ricorrevano costantemente.
Vi erano, inoltre, noti scienziati del tempo che si dedicavano alle pratiche astrologiche, come alcuni che gravitavano intorno all’Accademia dei Lincei, e con i quali Galilei mantenne un rapporto di attiva collaborazione. Gli studi astronomici di Galilei, oltre ad avere avuto un impatto decisivo sulla conoscenza dell’universo, intaccavano i fondamenti di quella cosmologia tradizionale sui quali l’astrologia aveva costruito le proprie teorie.
Basti pensare che il Tetrabiblos (Quadripartito) di Tolomeo era a quel tempo un testo ancora molto consultato. Le reazioni degli astrologi a fenomeni come la comparsa della Supernova di Keplero nell’ottobre 1604 e, soprattutto, alle scoperte ottenute con il cannocchiale e annunciate nel Sidereus Nuncius, sono tra gli argomenti maggiormente trattati in questo volume.
Essi contribuiscono, dunque, a vedere il progresso della scienza moderna anche da questo particolare punto di vista, spesso trascurato dalla ricerca specialistica.
Recensione di Alessandro Giostra
(Insegnante di Filosofia e Storia presso il Liceo Scientifico di Ascoli Piceno – Socio della Stanley Jaki Foundation)
© Pubblicato sul n° 37 di Emmeciquadro