W.R. Shea , M. Artigas

Galileo a Roma

Marcianum Press – Venezia 2009

Pagine 310 – €22,00

Questo volume è l’edizione italiana dell’originale Galileo in Rome. The rise and fall of a troublesome genius (Oxford University Press, 2003). William Shea, titolare della Cattedra Galileiana di Storia della Scienza all’Università di Padova, e Mariano Artigas (1938-2006), sacerdote e filosofo della scienza presso l’Università di Navarra, propongono questa biografia di Galilei partendo da un punto di vista del tutto particolare. Le vicissitudini del padre della scienza moderna, infatti, sono state descritte attraverso la narrazione dei suoi sei viaggi a Roma, compiuti durante tutta la sua vita.
Dedicando ogni singolo capitolo a ognuno di questi viaggi, gli autori sono riusciti a focalizzare i punti salienti della vita dello scienziato di Pisa e del suo pensiero.
Il risultato è quello di un volume la cui lettura non è di pertinenza solo di un pubblico specialista ma che, allo stesso tempo, riesce a ben illustrare le caratteristiche del pensiero galileiano senza tralasciare i particolari più importanti e il ruolo dei personaggi più noti della vicenda.
Il racconto inizia con il primo viaggio di Galilei, effettuato nel 1587, grazie al quale il pisano riuscì a prendere quei contatti col mondo scientifico che gli consentirono di ottenere i primi incarichi accademici.
Il secondo di questi viaggi si svolse nella primavera del 1611 e diede a Galilei l’occasione di presentare le sue scoperte col telescopio a diverse persone influenti che operavano nella capitale della cristianità.
Il successivo soggiorno romano, svoltosi tra il dicembre 1615 e i primi di giugno 1616, offre agli autori la possibilità di descrivere dettagliatamente i fatti relativi all’ammonizione ricevuta da Galilei e al decreto del 5 marzo 1616, con il quale la congregazione dell’Indice iscrisse le opere sostenenti l’ipotesi copernicana. In questa sezione è da notare l’accuratezza della trattazione che riporta, con dovizia di particolari, i fatti che rientrano in questa fase importante dell’affare galileiano.
La narrazione del quarto di questi viaggi evidenzia le ragioni che indussero Galilei a nutrire un certo ottimismo nei confronti della possibilità che la Chiesa potesse accettare il sistema copernicano. Queste speranze si rivelarono poi illusorie, dato il riemergere del sospetto nei confronti delle sue teorie e la condanna avvenuta nel 1633, così come descritto, anche in questo caso con molta cura, nell’ultima parte del libro.
«Se Galilei fosse stato in grado di dimostrare la verità del copernicanesimo, tutto sarebbe andato bene, ma egli non ne aveva, né l’avrebbe mai avuta, la prova » (pp. 102-103). È questa una delle affermazioni più significative di questo lavoro e che colloca Shea e Artigas su di un piano di decisa originalità. Questa convinzione, infatti, non solo contrasta con le superficiali conclusioni derivanti da un’errata divulgazione ma si differenzia anche dalla posizione di diversi ricercatori del campo.
Questo volume offre un’eccellente ricostruzione della vicenda galileiana. La sua lettura è molto piacevole e gli autori sono pienamente riusciti a delineare gli elementi essenziali del caso Galileo all’interno del generale contesto storico e culturale del suo tempo. Il complesso degli argomenti presentati mi consente di valutare questo libro come la migliore tra le biografie di Galilei destinate anche a un pubblico non specialista.



Recensione di Alessandro Giostra
(Insegnante di Filosofia e Storia presso il Liceo Scientifico di Ascoli Piceno – Socio della Stanley Jaki Foundation)

© Pubblicato sul n° 38 di Emmeciquadro

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