In una classe prima di scuola primaria la maestra ha cominciato a sviluppare il tema «viventi non viventi» articolando buona parte del lavoro sulla «osservazione» e facendo riferimento anche all’esperienza di Paolo Moraschini su cui più volte ci siamo confrontati nel gruppo di ricerca e «reinventandola» nella sua situazione particolare.
Così questo contributo riporta il dialogo a distanza che ha aiutato la maestra Carla nella sua classe e noi «formatori» a chiarire alcuni nodi critici nell’insegnamento di scienze alla primaria, trattati troppo spesso sui libri di testo in modo semplicistico e mistificatorio.



Abbiamo iniziato l’anno con un’importante esperienza di osservazione di un riccio trovato in giardino e vivendo l’arrivo dell’autunno con la raccolta delle foglie nel giardino pubblico vicino alla scuola. Così, dopo aver incontrato alcuni aspetti del mondo naturale intorno a noi, ho cominciato a lavorare sulla discriminazione vivente/non vivente.
Ho dato ai bambini di prima una scheda che si intitola È vivo o non è vivo? e contiene i disegni di alcuni oggetti (forbici, matita , gomma, astuccio …), animali (cane, mucca, gallina, leone…) e di un albero. I bambini sono stati chiamati a colorare solo i disegni che raffiguravano i viventi.
Questa scelta ha verificato che la discriminazione vivente-non vivente, un obiettivo da raggiungere nella prima classe, si può proporre anche prima che i bambini abbiano imparato a scrivere. Alcuni di loro non hanno colorato l’albero.
Alla domanda «perché non avete colorato l’albero?» sono state date queste risposte: perché non si muove; perché non mangia; perché non ha il cuore; perché non ho visto chi l’ha fatto nascere.
È sorta una bella «chiacchierata».



Le piante si muovono?

A chi non aveva colorato l’albero «perché non si muove», i compagni che invece l’avevano colorato hanno detto che siccome un albero nasce, cresce, fa cadere i semi e muore, allora è vivo anche se non si muove.
In modo interessante, molti bambini hanno messo in secondo piano il problema del movimento, la cui definizione non è semplice, evidenziando la presenza di altre caratteristiche che permettono di identificare l’albero come vivente.

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Carla Agostini
(Il racconto di Carla Agostini è riferito alla classe prima della Scuola primaria “Fondazione Sacro Cuore” di Cesena, nell’anno scolastico 2008-2009. È stato discusso e messo a punto nel gruppo di ricerca Educare Insegnando promosso dall’Associazione “Il rischio educativo”)



© Pubblicato sul n° 39 di Emmeciquadro