Il dibattito sul nucleare in Italia è tornato attuale, con la prospettiva che si costruiscano nuove centrali. Ma è spesso inquinato da pregiudizi che nascono o da un’accettazione o da un rifiuto aprioristici, magari per un’opzione di natura esclusivamente politica, per certi versi inevitabile per una tecnologia così complessa come quella nucleare, ma senza una adeguata considerazione dei dati scientificamente significativi. Ben venga quindi questo contributo, che con competenza e ricchezza di dati esamina vantaggi e problemi connessi all’uso del nucleare per la produzione di energia elettrica, descrive le prospettive del suo sviluppo, e infine tratta del «caso Italia».
Come premessa conviene esaminare lo stato attuale dell’energia nucleare nel mondo.
Sono attualmente (aprile 2010) in funzione nel mondo 438 centrali nucleari con una potenza installata di 374 GW, risultano in costruzione 52 nuove centrali per una potenza di 51GW e sono pianificate 143 centrali per una potenza di 160 GW. La produzione di energia elettrica è sta¬ta nel 2008 di 2560TWh, pari a circa il 15% del fabbisogno mondiale e che corrisponde a circa il 5% del fabbisogno di tutta l’energia primaria che include anche gli utilizzi non elettrici.
La produzione di energia elettrica da fonte nucleare è cresciuta lentamente negli anni Sessanta del secolo scorso, in seguito sempre più velocemente fino agli anni Novanta per poi attenuarsi anche, ma non solo, a seguito dell’incidente di Chernobyl. A causa del forte aumento in tutto il mondo della richiesta di energia elettrica la frazione coperta con la fonte nucleare è ora in declino.
Per molti paesi industrializzati la frazione di energia elettrica prodotta con la fonte nucleare è cospicua. L’Europa è il continente più nuclearizzato, la Francia è la nazione con la maggior frazione di energia elettrica coperta con il nucleare, gli USA sono la nazione con il maggior numero di reattori (104) e con la maggior produzione e l’estremo oriente con Giappone, Taiwan e Corea del sud è la zona in cui è in atto ora il maggior sviluppo di questa fonte.
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Ernesto Pedrocchi
(Ordinario di Energetica, Facoltà di Ingegneria Industriale, Politecnico di Milano)
© Pubblicato sul n° 39 di Emmeciquadro