Non è facile convincersi che, alla scuola primaria, lo studio del corpo umano può, ma probabilmente deve, incominciare proprio all’inizio del corso, quando vengono comunque introdotti, seppure con un approccio molto semplice e in termini essenziali, i grandi temi che accompagneranno il cammino scolastico del bambino dalla prima alla quinta classe. Così come si pongono le basi per lo studio della lingua italiana, o della matematica, facendo riferimento al quotidiano, la formazione scientifica inizia osservando e imparando dai fatti che accadono come le foglie che cadono, la neve o la brina che imbiancano gli alberi o l’esperienza comune del «pranzo alla mensa» scolastica. Come viene raccontato in questo articolo, riflettere su questa esperienza permette di conquistare diverse abilità trasversali, come quella di descrivere, col disegno o verbalmente, di ordinare gli oggetti secondo criteri particolari, di porsi domande e di acquisire dati che costituiscono il primo passo verso la comprensione di come funziona il proprio corpo.



Nel giorno di lunedì tutti i bambini della scuola, comprese le maestre, si fermano in mensa. Questo avvenimento, che si ripete ogni settimana, è stato lo spunto per introdurre, nel secondo quadrimestre di una classe prima, il lavoro sul corpo umano che ho intenzione di sviluppare nell’arco dei cinque anni di scuola primaria secondo modalità e strategie didattiche che varieranno in relazione alla maturazione dei bambini.
Più precisamente: data la complessità dei sistemi del corpo umano, già nel ciclo passato avevo verificato utile trattare per primo il digerente, sia perché è strettamente collegato all’esperienza dei bambini (fame, sete eccetera) sia perché può essere trattato da diversi punti di vista e a diversi livelli di approfondimento.
Quest’anno dunque ho tenuto come riferimento il sistema digerente, e ho focalizzato il lavoro sul problema della nutrizione, considerando anche il fatto che i bambini di oggi non sempre hanno un buon rapporto con il cibo.



Raccogliere e ordinare dati

Già durante il primo quadrimestre, mentre ero in mensa a tavola con i bambini, parlavo con loro dei cibi preferiti, invitandoli ad assaggiare ciò che la mensa proponeva.
Un martedì di aprile, il giorno seguente la mensa, in classe ho proposto ai bambini di compilare una scheda a «crocette» riferendomi ai cibi gustati insieme il giorno prima.
Abbiamo verbalizzato utilizzando concetti matematici e abbiamo «fatto ordine» tra i cibi classificandoli in cibi del regno animale e del regno vegetale. Insieme abbiamo discusso oralmente e abbiamo riportato l’essenziale sul quaderno.



La tappa successiva è stata la seguente: ho dato loro, su un foglio, i disegni dei cibi della mensa; ogni bambino doveva ritagliarli e poi incollarli sulla mucca o sulla foglia, compiendo cioè una classificazione individuale in base all’origine dei cibi.

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Lorena Zorloni
(Insegnante presso la Scuola Primaria “San Carlo Borromeo” di Inverigo)
L’attività de­scritta è stata svolta in una classe pri­ma nell’anno 2009-2010 ed è stata discussa nell’ambito del gruppo di ri­cerca “Educare insegnando” promosso dall’Associazione “Il Rischio Educativo”.

© Pubblicato sul n° 40 di Emmeciquadro

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