Una giornata di sole mentre si studiano i fenomeni luminosi secondo il modello dell’ottica geometrica e l’insegnante coglie la possibilità di introdurre le trasformazioni geometriche in una forma non astratta.
Nasce un percorso che coinvolge i ragazzi in una attività sperimentale a gruppi con un suo particolare fascino, documentato dalle fotografie. Utilizzando solo materiale povero per permettere agli allievi di cimentarsi anche da soli in un lavoro casalingo.
Questo contributo racconta il percorso didattico attraverso i testi e le immagini tratte dai cartelloni che i ragazzi hanno costruito, con la guida dell’insegnante, come sintesi delle attività svolte.
La trattazione dei fenomeni luminosi ci ha dato l’occasione, cogliendo al volo una rara giornata di sole, di riflettere sulle ombre prodotte da un oggetto illuminato.
Divisi in gruppi, abbiamo affrontato le varie situazioni che si possono presentare quando un oggetto è colpito dai raggi luminosi: sono state variate la sorgente di luce (sole, proiettore, lampada da tavolo), la posizione dell’oggetto illuminato e quella del piano di proiezione rispetto alla sorgente.
Nei diversi casi, pur utilizzando come oggetti le stesse figure geometriche, si sono ottenute ombre anche molto diverse: con il sole i contorni sono molto netti perché i raggi sono fra loro paralleli, mentre con le altre sorgenti compare la penombra.
Studiando le ombre dal punto di vista geometrico, abbiamo avuto modo di parlare di trasformazioni. Le ombre prodotte dal sole sono quelle che mantengono il maggior numero di invarianti: a seconda della posizione della figura si ottengono traslazioni o affinità.
Rappresentando queste trasformazioni sul piano cartesiano abbiamo potuto notare come cambiano le leggi passando dalle isometrie alle omotetie, alle affinità: a questo scopo ci siamo serviti delle conoscenze di algebra appena apprese.
È stato un lavoro molto interessante, che ci ha permesso di collegare conoscenze di discipline diverse in un unico discorso; lavorando insieme abbiamo potuto utilizzare le capacità di ognuno per un buon risultato finale.
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Annamaria Berrino
(Docente di Matematica e Scienze nella Scuola secondaria di primo grado “Regina mundi” di Milano).
L’insegnante partecipa al Gruppo di ricerca “Educare Insegnando”, promosso dall’Associazione Culturale “Il rischio educativo” di Milano.
© Pubblicato sul n° 41 di Emmeciquadro