Paolo Musso

La Scienza e l’idea di Ragione
Scienza, filosofia e religione da
Galileo ai buchi neri e oltre

Mimesis, Milano-Udine 2011

Pagine 620 – € 36,00

Un’opera fuori dal comune e certamente molto ambiziosa, quella di Paolo Musso, docente di Filosofia della Scienza presso l’Università dell’Insubria. Infatti, pur partendo da un problema «per addetti ai lavori» (com’è possibile che la filosofia della scienza contemporanea sia giunta a negare il valore conoscitivo della scienza?) in realtà è più che un semplice libro di filosofia della scienza, visto che si propone, come recita il sottotitolo, di tracciare un quadro critico dell’evoluzione di «scienza, filosofia e religione da Galileo ai buchi neri e oltre».
C’è quindi una dimensione storico-critica, oltre che filosofica, che permette di incontrare, oltre ai giudizi filosofici, una preziosa documentazione sullo sviluppo della scienza e le sue problematiche.
In questo senso va richiamata l’importanza di questa opera visto che ormai pare che i filosofi abbiano quasi rinunciato a porsi le grandi domande della filosofia, mentre gli unici che tentano ancora di proporre delle interpretazioni «forti» della realtà sono gli scienziati, che però hanno anch’essi i loro limiti, perché non hanno una preparazione filosofica. In particolare è tenuta presente la tradizione del pensiero filosofico di ispirazione cristiana, rappresentata da esponenti di spicco come Del Noce, De Lubac, Guardini, Von Balthasar e Agazzi.
Il testo è preceduto da un’ampia prefazione di Evandro Agazzi, uno dei più autorevoli, anche a livello internazionale, filosofi della scienza. La prefazione è anche occasione per riconoscere all’autore, di cui Agazzi è stato da sempre maestro, una funzione di continuatore e in qualche modo «erede» del proprio pensiero, sia pure nell’autonomia di una ricerca personale.
E, a questo proposito, occorre mettere in evidenza il metodo interdisciplinare che l’autore ha seguito, avvalendosi della frequentazione di congressi scientifici e della collaborazione di scienziati di primo piano, che gli ha permesso di parlare con cognizione di causa della scienza moderna, in particolare della fisica, cosa anche questa oggi abbastanza rara tra i filosofi, forse per questo tentati dalla moderna epistemologia antirealista e relativista.
Quanto ai contenuti, essi sono suddivisi in tre parti.
La prima, dal titolo Le due modernità, è incentrata sul confronto tra Galileo e Cartesio, dove solo il primo è il fondatore del metodo scientifico moderno; è importante in queste pagine il recupero del «vero» Galileo per superare la deriva scientista della modernità. Modernità, che dal punto di vista filosofico, trova il suo inizio in Cartesio: e qui viene demolito il mito di Cartesio «scienziato»; si tratta invece di un matematico e un filosofo, anzi il filosofo che ha dato origine alla modernità con la negazione dell’unità originaria fra ragione ed esperienza (riassumibile nel famoso cogito ergo sum).
La seconda, Ascesa e tramonto del meccanicismo, è un’analisi epistemologica dello sviluppo della meccanica newtoniana, della sua crisi a livello atomico e delle nuove problematiche che sorgono con la fisica moderna. Molto ampio il capitolo dedicato alla relatività di Einstein, che permette anche a chi non ha una conoscenza specifica della fisica di accostare questa teoria e coglierne il significato. Il panorama della fisica moderna si completa con l’analisi storico-critica della meccanica quantistica e della cosmologia e con una introduzione alle tematiche del caos deterministico e della complessità.
La terza, Una ragione più grande, è dedicata a un’analisi critica dell’epistemologia moderna. Si parte dal circolo di Vienna e dalla posizione popperiana, fino al relativismo estremo dell’epistemologia contemporanea. Dopo aver affermato che questa posizione porta a un’«irragionevole idea di ragione» l’autore afferma la necessità di ritrovare una «ragione adeguata», che non neghi l’esistenza di una realtà oggettiva; una ragione aperta anche a una conoscenza non di tipo scientifico.
Ma lasciamo al lettore scoprire in che cosa consista questa dinamica del conoscere, che non si ferma di fronte alle domande ultime (qual è il senso di tutte le cose?).
Vogliamo infine rilevare che non si tratta di un libro per specialisti, perché è pensato per consentire diversi livelli di lettura. Il lettore comune può limitarsi al testo, che sviluppa il discorso principale, fornendo comunque un quadro completo e di comprensione relativamente agevole, anche per chi non abbia particolari conoscenze in materia. Chi invece voglia usarlo per ricerche scolastiche o tesi di laurea ha a disposizione un vasto apparato di note, che contengono non solo gli approfondimenti, ma anche molte indicazioni di questioni aperte e idee innovative su cui è possibile lavorare creativamente.
Infine, per la ricerca di livello universitario è presente una bibliografia ragionata di oltre cinquanta pagine, in cui tra l’altro sono indicati i riferimenti dei più importanti articoli scientifici originali (questa è una risorsa preziosa in quanto in molti casi i riferimenti corretti sono molto difficili da reperire).
Lo scopo è quello di fornire per ogni argomento «tutto e solo» l’essenziale che c’è da sapere e si può dire che l’autore non sia andato troppo lontano dall’obiettivo.



Recensione di Lorenzo Mazzoni
(Docente di Matematica e Fisica – Redazione di Emmeciquadro)

© Pubblicato sul n° 42 di Emmeciquadro


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