Joseph Ratzinger – Benedetto XVI
Fede e Scienza.
Un dialogo necessario
Un’Antologia
a cura di Umberto Casale
Lindau, Torino 2010
Pagine 256 – € 19,00
«Filosofia, teologia e scienza possono agire in modo sinergico, istituendo un profilo alto di ragione, superando il riduzionismo cartesiano della soggettività totalmente risolta nella res cogitans, precisando così che il soggetto di ogni conoscenza della verità è la coscienza umana, e non solamente la ragione, analizzando infine i diversi modi (estetico, etico, simbolico e religioso) che mediano il rapporto tra la coscienza e la verità, nel gioco insuperabile dell’esercizio della libertà.» (p. 37).
Il volume Fede e Scienza è aperto da un’ampia quanto approfondita introduzione di Casale, dal titolo Fede e scienza, comunicazione di saperi?, che illustra la storia, i temi e i problemi del rapporto tra scienza e religione e, nella parte finale, presenta Joseph Ratzinger, delineandone la figura di studioso, dalla sua formazione filosofico-teologica precedente l’ordinazione sacerdotale fino al Magistero che oggi Benedetto XVI continua a elaborare sulla scia anche di quanto svolto con grande efficacia dal suo predecessore, e a proporre, per esempio in occasione di discorsi, messaggi per convegni, anniversari e assemblee plenarie di accademie pontificie, e simili.
Il volume prosegue offrendo un’antologia di testi selezionati dall’autore e distinti in due parti: la prima, Fede, Ragione e Scienza, presenta alcuni importanti articoli del professore, e poi cardinale, Joseph Ratzinger, pubblicati tra il 1968 e il 2000; la seconda parte, Fede e Scienza al servizio della Verità, contiene alcuni discorsi di Benedetto XVI proclamati tra il novembre 2005 e l’ottobre 2010.
L’introduzione molto ben articolata e lo stile così scorrevole e pregnante – cornice adeguata alla pregiata antologia di testi di Ratzinger – fanno del saggio un contributo molto valido per la promozione e la divulgazione del dialogo fra scienza e fede, area di ricerca ormai seriamente coltivata anche in Italia e nelle università pontificie romane, per esempio nell’ambito del Progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest), coordinato dal Pontificio Consiglio della Cultura. Di conseguenza, i primi destinatari del volume sono senz’altro studenti e insegnanti di religione e scienze che si trovano ormai a dover trattare argomenti di scienza e religione per rispondere alle domande degli allievi, non di rado suscitate dai dibattiti presenti sui mass media o dal susseguirsi delle scoperte scientifiche e delle applicazioni tecnologiche.
La scelta di articolare l’antologia in due parti appare molto opportuna dal punto di vista teoretico: gli articoli del teologo Ratzinger riguardano infatti la natura e le caratteristiche della fede in relazione alla verità, alla ragione, alla scienza e al sentimento, delineandone così l’orizzonte e le basi corrette su cui è possibile fondare un vero dialogo con la scienza, di fronte per esempio ai dibattiti che animano il panorama contemporaneo come l’origine e la natura dell’immagine della Sacra Sindone, la presunta contesa tra creazione ed evoluzione e gli interrogativi che scuotono l’uomo credente. Immerso nella società secolarizzata e profondamente modificata – quasi deformata – da quanto lasciato in eredità dalle filosofie del XX secolo, neopositivismo, idealismo e nichilismo, l’uomo è stato coinvolto da una crisi che, a partire dalla scienza stessa, ha portato a una crisi di valori fondamentali che ha coinvolto in primis l’idea di verità, rendendo così molto arduo riconoscere lo stesso Gesù Cristo, ossia l’oggetto e la ragione stessa del nostro credere.
La seconda parte presenta invece i discorsi del Pontefice, che mirano a indicare come e perché è necessario e possibile sviluppare il dialogo fra fede e scienza senza che nessuna delle due perda la propria identità oppure sostituisca l’altra. Come si legge nel discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze del 2006, «l’uomo non può riporre nella scienza e nella tecnologia una fiducia talmente radicale e incondizionata da credere che il progresso scientifico e tecnologico possa spiegare qualsiasi cosa e rispondere pienamente a tutti i suoi bisogni esistenziali e spirituali» (p. 216) e, allo stesso tempo, come affermato due anni dopo, nel X anniversario dell’enciclica Fides et Ratio, «la fede, da parte sua, non teme il progresso della scienza e gli sviluppi cui conducono le sue conquiste quando queste sono finalizzate all’uomo, al suo benessere e al progresso di tutta l’umanità» (p. 229). Per orientare la scienza con la tecnica a questo fine, Benedetto XVI ha indicato come «la filosofia e la teologia diventano, in questo contesto, degli aiuti indispensabili con cui occorre confrontarsi per evitare che la scienza proceda da sola in un sentiero tortuoso, colmo di imprevisti e non privo di rischi» (pp. 229-230).
Uno dei pregi dell’opera curata da Casale consiste nel rendere evidente – nell’introduzione e poi nella scelta dei brani antologici – il percorso filosofico-teologico seguito dal cardinale Ratzinger e successivamente dal pontefice Benedetto XVI nel fondare, sostenere e orientare il rapporto tra fede, (ragione) e scienza in modo che realmente ne possa scaturire un dialogo fecondo e approfondito mirando all’unità del sapere e in piena armonia con l’unità antropologica dell’uomo. Non di rado infatti i discorsi del Pontefice vengono letti uno a uno e non inquadrati in una visione logica e coerente che invece è presente e centrale nel Magistero e che, tra l’altro, presuppone in questo caso anche tutto il lavoro e lo studio che lo stesso Ratzinger ha potuto elaborare prima della sua elezione al soglio pontificio.
Nella chiusura dell’ultimo discorso riportato nel volume, proclamato nell’ottobre 2010 alla Plenaria della Pontificia Accademica delle Scienze, il Santo Padre guarda al futuro e indica alcune piste sulle quali può essere sviluppato il dialogo tra scienza e fede: «nel momento in cui i risultati sempre più numerosi delle scienze accrescono la nostra meraviglia di fronte alla complessità della natura, viene sempre più percepita la necessità di un approccio interdisciplinare, legato ad una riflessione filosofica che porti ad una sintesi […]. In questo nuovo secolo, la conquista scientifica dovrebbe essere sempre informata dagli imperativi di fraternità e di pace, contribuendo a risolvere i grandi problemi dell’umanità e orientando gli sforzi di ognuno verso l’autentico bene dell’uomo e lo sviluppo integrale dei popoli del mondo. L’esito positivo della scienza del XXI secolo dipenderà sicuramente, in grande misura, dalla capacità dello scienziato di ricercare la verità e di applicare le scoperte in un modo che va di pari passo con la ricerca di ciò che è giusto e buono» (pp.244-245).
Valeria Ascheri
(Professore incaricato di “Filosofia della Conoscenza” e “Scienza e Religione”)
© Pubblicato sul n° 42 di Emmeciquadro