Claudio Bartocci (a cura di)
Racconti Matematici
Einaudi – Torino 2006
Pagine 306 – Euro 11,50
Raccontare la matematica con una serie di testi narrativi brevi costituisce un’idea originale e piacevole per rendere più lieve la divulgazione di alcuni aspetti di questa disciplina. Concetti astrusi come l’infinito o la quarta dimensione possono essere capiti anche attraverso testi di letteratura.
Il curatore, esperto critico di libri di divulgazione principalmente di argomento matematico, ha creato una piccola antologia di racconti letterari che si imperniano su aspetti della matematica. Tra i moltissimi autori che nel corso del tempo hanno scritto opere ispirate alla matematica, Bartocci ne ha selezionato alcuni del Novecento, italiani e stranieri, famosi o quasi sconosciuti.
Il saggio è diviso in tre sezioni, la prima è dedicata ai numeri e alla numerologia, la seconda alla geometria e agli spazi multidimensionali e l’ultima a racconti biografici e ritratti di matematici. Vi sono racconti che affascinano come il libro di sabbia di Borges, il libro che ha infinite pagine, nel quale non si riesce più a ritrovare una pagina già letta. Oppure la vicenda dell’hotel con infinite stanze che è già pieno, ma il cui direttore, pena il licenziamento, deve trovare il modo di accomodare nuovi clienti. Simpatica la novella dell’antico pittore alessandrino Eupompo che diede lustro all’arte mediante i numeri, che poi portarono alla pazzia lui e i suoi successivi scopritori. Simpatico è anche il racconto che spiega come far sparire la propria moglie senza usare mezzi cruenti. Semplice: occorre convincerla a piegarsi similmente a un piano senza superficie usando la quarta dimensione. Volete poi una biblioteca universale che contenga tutti i libri scritti o che saranno scritti? Un racconto vi spiega se questo proposito è sensato e a quali problemi potreste andare incontro nel tentativo di realizzarlo. Volete passare l’esame universitario di geometria? Potete invocare con un esorcismo l’aiuto del diavolo, ma se siete così asini da chiamarlo disegnando un esagono al posto di un pentagono il diavolo vi porterà via subito. D’altra parte, non è immediato capire che un solido geometrico dal nome assurdo, l’equitremoide, con l’aggiunta di sabbia fine, serva in cucina a misurare il tempo necessario alla cottura delle uova à la coque, in un racconto in cui compare come protagonista un improbabile nipote di Victor Hugo.
Più seri sono i racconti come quello di Eco che dialoga con Pitagora sulla sua scienza e sui rapporti matematici che governano la musica. Infatti, secondo Pitagora, la musica è un insieme di rapporti di consonanza tra suoni, per cui anche un sordo può godere la musica, purché la pensi, mentre chi la ascolta senza pensarla non la gode.
In conclusione, questa raccolta offre il piacere della buona lettura, a seconda delle proprie predisposizioni, poiché vi sono racconti che si ispirano a generi letterari diversi, fino alla fantascienza o al racconto biografico, e questa varietà è sicuramente un vantaggio che il testo letterario ha rispetto a uno scientifico.
Un libro da leggere, in particolare adatto agli insegnanti delle superiori che vogliano offrire uno sguardo diverso sulla propria disciplina e che siano interessati a percorsi interdisciplinari.
Recensione di Maria Basso Ricci
(Insegnante di Matematica e Fisica presso il Civico Liceo Linguistico Paritario “Teatro alla Scala” di Milano)
© Pubblicato sul n° 43 di Emmeciquadro