Simona Poidomani

Numeri e poesia.
Storia e storie di Ada Byron

Editoriale Scienza –  Trieste 2009

Pagine 96 – Euro 12,00 

Lodevole iniziativa una collana di biografie di Donne nella scienza indirizzata ai ragazzi!
Non si tratta di un compito facile, se pensiamo che le figure degli scienziati non sono certo conosciute al grande pubblico, che raramente sono presentate a scuola – con l’eccezione dei soliti noti, peraltro spesso rinchiusi nei luoghi comuni dell’aneddotica – e che la grandezza del loro pensiero o del loro lavoro sovente non è comprensibile a chi non ne possiede le conoscenze elementari.
Ancora meno facile è inquadrare le figure femminili, raramente alla ribalta della storia della scienza, presenti in numero particolarmente esiguo nella storia della matematica, dato che un pregiudizio difficile da scalzare considera tale disciplina poco adatta al pensiero femminile.
Credo, infatti, che il nome di Ada Byron risulti sconosciuto ai più, e non so quante persone saprebbero considerare il suo contributo al pensiero scientifico. La sua biografia perciò poteva essere uno strumento interessante.
Il testo prodotto è di piacevole lettura, tratteggia in modo garbato una figura di giovane donna inserita nella colta società inglese della prima metà dell’Ottocento. Ada è figlia del poeta George G. Byron, personaggio di grande spicco nel mondo del suo tempo, per la sua opera letteraria e le sue posizioni politiche. La giovane però vive solo con la madre, cui è affidata la sua educazione. Essa è il personaggio antagonista della narrazione, in cui si intuisce l’emergere nella personalità di Ada di caratteristiche e doti speciali quanto quelle del padre, pur se dirette a interessi diversi. Interessanti sono anche gli incontri di Ada e i rapporti che essa mantiene con altre persone di grande levatura che influenzano il suo pensiero, in particolare Charles Babbage, che suscita in lei il grande interesse per la «macchina analitica», a cui darà un importante contributo, e che darà origine alla storia del calcolo automatico.
Tuttavia, anche dopo la lettura di questo testo, non mi pare che si abbia una visione chiara di che cosa Ada Byron abbia fatto, per cui esserle debitori. È comprensibile che non ci si possa addentrare in contenuti e formule che i lettori non sarebbero in grado di seguire e valutare. Per questo, a mio parere, la biografia resta un po’sospesa nella narrazione del contesto esistenziale della vicenda personale di Ada, finendo per non renderle giustizia: essa non appare come un personaggio a cui piacerebbe assomigliare, non si comprendere che cosa indichi a noi, oggi, la sua vita e il suo pensiero.
Se da una parte è apprezzabile conoscere il lato umano dei personaggi della scienza, individuarne certe caratteristiche psicologiche che caratterizzano la loro speciale personalità, questa non può essere penetrata in profondità se si resta fuori del campo in cui si è espressa.



Recensione di Raffaella Manara
(Docente di Matematica nelle Scuole Superiori – Redazione Emmeciquadro)

© Pubblicato sul n° 45 di Emmeciquadro


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