Quanto mai prezioso, tra i tanti testi attraverso i quali Israel ci ha aiutati a porci criticamente davanti alla scienza, alla sua funzione, alle sue problematiche, questo lucido e incalzante trattato sulla natura degli oggetti matematici. Affronta una questione che si ripresenta continuamente, che i giovani in particolare sentono molto e che perciò nella scuola emerge spesso.
Comincia con la più ingenua delle domande rivolte all’insegnante di matematica, in qualunque punto del programma: «A cosa servono queste cose?». A cosa servono i polinomi, a cosa servono i teoremi di geometria, a cosa servono i limiti… domande a cui non è possibile, ed è poi del tutto inutile, sforzarsi di dare risposte puntuali.
Gradualmente, infatti, questa domanda provocatoria evolve verso quelle più profonde e significative: che cosa veramente è questa matematica che pretendete di insegnarci, quando facciamo fatica a capirla, quando non ci interessa, quando non serve a guadagnare soldi? I suoi oggetti si scoprono o si inventano? «Esistono» per conto proprio o solo nella nostra mente?
Affiora così il disagio di non poter circoscrivere in una semplice definizione un campo ampissimo di pensiero, in cui occorre addentrarsi con l’atteggiamento dell’esploratore: voglio vedere, toccare, provare per comprendere o almeno cominciare a comprendere.
Un atteggiamento diffuso è ignorare completamente tali questioni, con l’argomentazione – curiosamente simmetrica di quella degli studenti quando chiedono a che cosa serve – che non influiscono sulla possibilità di comprendere la matematica e di usarla opportunamente. Dovremmo invece apprezzare che i giovani non accettino di imparare ciò di cui non comprendono la natura, e aiutarli a intraprendere coraggiosamente la strada che porta alle ragioni più profonde.
Il testo di Israel pone le questioni in termini chiari, e offre altrettanto limpide argomentazioni per dirimerle. Prendendo come punto di riferimento storico la concezione ontologica di Galileo (il mondo è scritto in caratteri matematici), in settanta pagine ne conduce una serrata analisi, attraverso il pensiero di Edmund G. A. Husserl (1859 – 1938). Ne mostra così l’influenza che ebbe sulla scienza moderna, ma anche i limiti e le ambiguità.
Indicando dall’inizio come mai per lo scienziato e l’uomo di oggi la natura dei concetti matematici e la loro incredibile efficacia nel descrivere tanti fenomeni siano profondamente enigmatici, l’autore conclude aprendo sulla prospettiva moderna della matematica e sulle problematiche attuali del suo legame con la scienza.
Oltre che interessante, questo testo può essere uno strumento particolarmente utile agli insegnanti di matematica.
Giorgio Israel
La natura degli oggetti matematici
alla luce del pensiero di Husserl
Marietti1820 – Genova-Milano 2011
Pagine 79 – Euro 12,00
Recensione di Raffaella Manara
(Docente di Matematica nelle Scuole Superiori – Redazione Emmeciquadro)
© Pubblicato sul n° 46 di Emmeciquadro