Un libro che a prima vista appare poco serio, una divulgazione a livello giornalistico. Ma a una lettura più attenta questo aspetto si riferisce solo a uno stile un po’ giocoso, per accattivare: il contenuto scientifico c’è e anche in modo abbastanza preciso.
Lo stesso autore (che è un fisico) nell’introduzione precisa lo scopo del libro; dato che la fisica «è giudicata difficile e lontana dalle nostre preoccupazioni quotidiane», allora si sceglie un percorso per cui: «…guardando ciò che ci circonda, si sveglierà la nostra sete di conoscenza: dall’acqua che bolle al temporale che scoppia, dal nastro adesivo alla velocità della pioggia, da un cellulare in una pentola a pressione all’utilizzo poco ortodosso di un termometro, ecco tante occasioni per guardare il nostro ambiente attraverso una lente di ingrandimento».
Si parte dal quotidiano, per esempio l’uso del forno a microonde o quello del telecomando; da qui si propongono una serie di esperimenti con materiali artigianali, che potremmo definire, «da fisica in casa» che però hanno un certo grado di precisione. Per ogni argomento viene posta una domanda (risposte nel capitolo finale) e inserito un box di spiegazione e di approfondimento.
Facciamo un esempio, quello del forno a microonde. Viene proposto un semplice esperimento: porre su un piatto di plastica che non appoggi sul piatto girevole (non deve esserci rotazione) una lunga striscia di miele cristallizzato: accendendo il microonde si osserverà che il miele liquefa solo in alcuni tratti della striscia, mentre in altri non sembra subire alcun effetto. Cosa significa? Un box dà informazioni sulle onde (lunghezza d’onda, velocità frequenza e loro relazioni) e chiarisce un aspetto dell’esperimento: le onde che si producono nel microonde sono onde stazionarie, con nodi e ventri, per cui agiscono solo a tratti ed è per questo che occorre porre le vivande da scaldare su un piatto in rotazione (così da incontrare nella rotazione i tratti in cui le microonde sono più intense). Inoltre la misura della distanza fra i nodi permette di ricavare la lunghezza d’onda delle microonde; se leggiamo sull’apparecchio la frequenza delle stesse, dalla formula velocità = lunghezza d’onda /frequenza, potremo ricavare, anche se in modo un po’ impreciso, la…velocità della luce! Ecco come, partendo da una situazione della normalità quotidiana siamo arrivati a un esperimento e a una misura.
Non tutti gli esempi sono così interessanti, però nella loro grande varietà stimolano sicuramente una riflessione sull’aspetto fisico presente, spesso inconsapevolmente, negli strumenti che usiamo o nei gesti che compiamo nelle situazioni più comuni.
Il libro è diviso in capitoli, i cui contenuti non si riferiscono a uno stesso settore della fisica, ma piuttosto spaziano su varie situazioni quotidiane talora in modo che appare un po’ casuale. Tuttavia anche da esperimenti molto semplici emergono nozioni fisiche molteplici, esposte in modo elementare ma corretto. Ecco come viene introdotto il concetto di pressione di un gas: si usa un dispositivo composto di un recipiente di acqua con un galleggiante (tappo di sughero), una bottiglia di plastica (tappata), a cui è stato tolto il fondo, che viene appoggiata verticalmente sull’acqua, in modo che il sughero rimanga all’interno delle pareti della bottiglia; facendo affondare un poco la bottiglia il galleggiante e la superficie di acqua interna alla bottiglia si abbassano rispetto al livello dell’acqua all’esterno della bottiglia. È l’effetto dell’aumentata pressione dell’acqua nella bottiglia, che esercita una forza verso il basso; per verificarlo basta togliere il tappo o praticare un foro sulle pareti della bottiglia: galleggiante e superficie dell’acqua risaliranno immediatamente.
Altri concetti di fisica vengono introdotti attraverso la «domanda del giorno»; molto carino (anche se non del tutto originale) il seguente quesito: in un laghetto un individuo dentro una barca con una grossa pietra in mano, butta la pietra in acqua; il livello dell’acqua sale o scende? la risposta viene data con l’introduzione e l’uso del principio di Archimede.
Molti altri esempi si potrebbero fare data la varietà delle domande e degli esperimenti proposti a partire dalle osservazioni più disparate sulla normale quotidianità. Ma forse è più interessante arrivare a una conclusione: un libro che per gli adulti può comunque essere un piacevole ripasso e anche un certo esercizio mentale, ma che è anche interessante per chi insegna. Molti esperimenti possono essere riproposti al livello del biennio della secondaria superiore o anche nella secondaria di primo grado.
Occorre però tener presente un elemento essenziale per un eventuale uso didattico di questo testo: anche se l’esposizione è piana, con un uso limitatissimo di formule, implicitamente è richiamato un background di conoscenze che lo studente probabilmente non ha; è quindi necessaria la mediazione dell’insegnante, che accompagnerà l’esperimento inserendolo in un contesto adeguato, naturalmente tenendo presente il livello di scuola in cui opera.
Vincent Bugeat
La scienza vista dal lato divertente
SAN PAOLO – Cinisello Balsamo 2012
Pagine 187- Euro 15,00
Recensione di Lorenzo Mazzoni
(Già Docente di Matematica e Fisica, membro del Comitato di Redazione della Rivista Emmeciquadro e del Comitato Scientifico dell’Associazione Euresis)
© Pubblicato sul n° 46 di Emmeciquadro