Non è facile che un saggio di teologia si presenti come testo adatto anche a un lettore con sensibilità e interessi scientifici e offra abbondanti spunti e indicazioni per chi è impegnato nella educazione e comunicazione scientifica. Ma quando l’autore è un grande studioso come il Papa Emerito Benedetto XVI e lo stile espositivo è quello chiaro e «geometrico» già collaudato dal teologo Joseph Ratzinger, allora il risultato positivo è assicurato.
Come accade per queste Meditazioni sulla creazione e la Chiesa, che raccolgono le «lezioni carinziane» tenute nel 1985 dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede presso la Fondazione Sankt Georgen in Carinzia, alle quali si aggiungono un testo del 1969 sulla comprensione della fede nella creazione e due interventi da Pontefice (2005 e 2008) sugli stessi argomenti.
Sono scritti particolarmente apprezzabili da un palato scientifico, per il rigore e insieme la struttura argomentativa che non lascia nessuna ipotesi intentata e nessun problema inevaso, sulla base di una certezza di fondo che non teme di esplicitare interrogativi e di paragonarsi con tutte le posizioni.
Così nei vari saggi, oltre al confronto con le tesi dei più grandi biblisti ed esegeti, vengono considerate le affermazioni e gli approcci dei premi Nobel Jacques Monod e Manfred Eigen e non vengono sottovalutati i termini del dibattito contemporaneo. Raggiungendo però punti di chiarezza che sarebbe molto utile sentir risuonare anche nelle aule delle nostre scuole. Come quando, a proposito dell’apparente contrasto creazione-evoluzione, viene precisato che la prima si colloca sul terreno ontologico, la seconda su quello fenomenologico; cioè: «la fede nella creazione ricerca l’esistere dell’essere in quanto tale, il suo problema è perché esiste qualcosa e non il niente; l’idea di evoluzione invece si preoccupa del perché esistono queste cose e non altre», in che relazione stanno tra loro le diverse configurazioni delle cose.
In queste pagine i ragionamenti procedono con l’incalzare delle domande, a volte in modo spregiudicato e rischioso, quasi mettendo in discussione assunti e principi che sembrerebbero incrollabili: col risultato di renderli ancor più solidi. Come quando, considerando la visione antica della fede nella creazione come legata alla produzione delle singole forme viventi e dichiarandone l’insostenibilità alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, Ratzinger-Benedetto non si accontenta di dichiarare che questa obiezione «oggi non ci appare più molto seria» ma si complica la vita – diremmo noi – osservando che «la fede anche oggi deve continuare a ritenere essenziale la creazione di un determinato essere, quello dell’uomo».
Questo coraggio della ragione però gli permette di arrivare alla conclusione che «la creazione non va pensata secondo il modello dell’artigiano, che costruisce ogni specie di oggetti, ma al modo in cui il pensiero è creativo.» Quindi credere alla creazione vuol dire «comprendere, nella fede, il mondo in divenire, dischiuso dalla scienza, come un mondo significativo, che deriva da una mente creatrice».
Come pure si compone l’apparente contrasto tra materia e spirito e si può rispondere al problema della creazione dell’uomo: lo spirito non è un prodotto casuale di sviluppi materiali e «la materia è un momento nella storia dello spirito»; è un modo diverso di dire che «lo spirito è creato e non è un puro prodotto dell’evoluzione, anche se si manifesta nella forma dell’evoluzione».
Colpisce l’affermazione che ognuno di noi è «qualcosa di più del prodotto di eredità e ambiente, nessuno risulta dai fattori calcolabili in possesso del mondo». Al tempo stesso, dire che l’uomo è creato da Dio in un modo specifico significa che è voluto «non soltanto come entità che Lui ha pensato ma come esistenza che può a sua volta pensare a Lui».
È impossibile quindi per la paleontologia stabilire l’istante della formazione dell’uomo: «il diventar uomo è il sorgere dello spirito e tale evento non può venir dissotterrato con la vanga.
La teoria evoluzionista non toglie la fede; neppure la rafforza. Ma la invita a capire più profondamente se stessa e ad aiutare così l’uomo a comprendersi e a divenire sempre più ciò che è: l’essere che in eterno può dire tu a Dio».




Joseph Ratzinger – Benedetto XVI 

Progetto di Dio. La creazione

Marcianum Press – Venezia 2012

Pagine 207 –  Euro 19,00

Recensione di Mariuo Gargantini
(Direttore della Rivista Emmeciquadro)

© Pubblicato sul n° 49 di Emmeciquadro

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