Conversazione con il Presidente della “Fondazione Giovanni Paolo II – Educatori del Terzo Millennio” di Melegnano

La Scuola “Giovanni Paolo II” di Melegnano è nata cinque anni fa innestandosi nel già presente (dal 1889) Istituto “Suore domenicane del SS. Rosario”; attualmente comprende: il Nido, la Scuola dell’Infanzia, la Scuola Primaria e Secondaria con due sezioni, una di primo grado e una di secondo grado (liceo scientifico). Fa parte della rete di scuole che aderisce al Progetto MOTUS (Monitoring Tablet Utilisation in School) che fa capo al Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica di Milano. Per verificare la ricaduta dell’utilizzo delle nuove tecnologie all’interno di una impostazione educativa unitaria caratteristica di questa scuola, abbiamo incontrato Maria Teresa Golfari, Presidente della Fondazione e Rettore della scuola e le abbiamo posto alcune domande relative all’uso delle Nuove Tecnologie Informatiche nei diversi livelli scolari.
Ne è scaturita una interessante conversazione che si è svolta il 31 gennaio 2013 presso la sede della Scuola.



Può illustrarci in che contesto di proposta formativa si colloca la scelta adottata dalla vostra scuola di utilizzare le Nuove Tecnologie Informatiche?

Da quando io e gli altri componenti della Fondazione abbiamo iniziato a gestire questa scuola abbiamo operato tre scelte fondamentali: utilizzare le Nuove Tecnologie Informatiche e la lingua inglese come strumenti che possono favorire l’acquisizione di competenze.
Riteniamo infatti fondamentale che la scuola introduca pratiche didattiche più innovative ritenute importanti per il futuro percorso lavorativo e/o di studi dei nostri studenti. Questo tipo di approccio comporta che anche la programmazione e la valutazione degli apprendimenti, che a partire dalla secondaria prendono una specifica forma disciplinare, vengano strutturate tenendo conto dell’esistenza del supporto tecnologico e dell’affiancamento al docente disciplinare della docente di madre lingua inglese (a questo proposito è prevista un’ora al giorno fino alla primaria, moduli di cinque ore nella secondaria di primo grado, la copertura di una disciplina nella secondaria di secondo grado).
La terza scelta da noi adottata è stata infine quella di prestare particolare cura e attenzione a quelle discipline che ci completano come esseri umani: la musica, il teatro e, in età più matura, il cinema.



Ci può spiegare qual è l’impostazione educativa di fondo nelle sue linee generali per quel che riguarda l’introduzione degli strumenti informatici?

Il Progetto Media Education si innesta su un percorso educativo che inizia dalla scuola dell’infanzia seguendo tre finalità fondamentali.
La prima consiste nel far conoscere diverse applicazioni, strumentazioni o metodologie con gradualità e in base all’età degli studenti.
La seconda nell’insegnare a utilizzare gli strumenti secondo lo scopo per cui essi sono stati inventati e in base a finalità operative ben precisate in partenza dai docenti.
Infine la terza finalità è quella che potremmo definire etica, ossia di sviluppare negli studenti la consapevolezza che il mondo virtuale non è la stessa cosa di quello reale e che gli strumenti tecnologici possono essere usati anche per scopi sbagliati. E questo lo imparano attraverso le attività che vengono proposte.
Ogni classe per la fine dell’anno si assume il compito di realizzare un prodotto: per esempio un cartone animato per i bambini più piccoli. Per i più grandi può essere un blog, un ipertesto, o l’approfondimento di un tema che riguarda l’ambito tecnologico (i social network, l’uso di internet eccetera) e che permette di evidenziare aspetti fuorvianti riguardanti il mondo giovanile (per esempio il bullismo).
Dalla secondaria possono essere affrontati argomenti che permettono di approfondire come avviene la comunicazione di informazioni attraverso i mass-media: attraverso la pubblicità, la radio, i giornali fino a incontrare persone che lavorano in questo ambito – giornalisti, e redattori nel loro luogo di lavoro, eccetera.
La scelta dell’argomento di cui occuparsi per la realizzazione del prodotto comporta la collaborazione fra più docenti in un’ottica multidisciplinare. Inoltre per l’esame finale per il conseguimento del diploma di licenza media tutti gli studenti devono realizzare un progetto utilizzando le strumentazioni informatiche disponibili; alcuni di loro decidono di presentarlo anche in lingua inglese.



Come svolge il supporto agli insegnanti offerto dal CREMIT?

Il CREMIT mette a disposizione un media educator che programma le linee generali dell’intervento insieme ai docenti nel Collegio, in modo unitario, stabilendo le linee guida fondamentali.
Poi, nell’ambito di quella che possiamo definire la micro-progettazione, si entra in merito agli aspetti specifici del curriculum (si veda sul sito della scuola: http://www.fedtm.it/DettaglioProgetto.aspx?BSMDETNEWS=68&CNT=HST il curriculum e la presentazione del progetto) che variano a seconda dell’età degli studenti: si precisano i dettagli all’interno dei Consigli di classe, nell’ottica di rispettare le caratteristiche degli studenti che compongono l’unità classe; all’interno dei Consigli di classe il media educator può aiutare i docenti nell’impostazione delle lezioni.

Affinché il lavoro si svolga efficacemente è importantissimo che tutti i soggetti coinvolti nella scuola – compresi gli studenti e i genitori, ma soprattutto tutti i docenti – condividano questa scelta. A partire dalla secondaria i genitori vengono a conoscenza del lavoro svolto durante quella che chiamiamo La settimana della cultura. Essa si svolge nel mese di marzo e nel giorno finale è previsto un momento di dialogo/discussione fra gli insegnanti e i ragazzi coinvolti, in presenza dei genitori.
La consapevolezza di tutti permette anche che tutti si coinvolgano nell’azione di Fundraising, ovvero di trovare gli sponsor o di partecipare a quei bandi che ci consentono di ottenere delle risorse tecnologiche (come nel caso del bando Web Generation che abbiamo vinto, indetto dalla Regione Lombardia), oppure che i genitori effettuino donazioni libere.
Tuttavia è bene precisare che ci avvaliamo del supporto anche di altre figure specializzate dal punto di vista informatico che aiutano i docenti nell’acquisizione delle competenze necessarie. Per esempio un formatore dell’azienda TSA di Carugate (specializzata in sistemi audiovisivi) ci ha insegnato a usare il note-book e il file synchronization.
La stessa cosa è avvenuta quando abbiamo adottato il programma interattivo Tell me more per l’apprendimento della lingua inglese o abbiamo imparato a realizzare gli iper-testi grazie a esperti dell’Acquario Civico di Milano. Visitando i laboratori scientifici del Seminario di Venegono i due sacerdoti e docenti di Fisica (Natale Castelli) e Scienze (Adriano Sandri) che lo hanno allestito ci hanno fornito una documentazione filmica aiutandoci a realizzare un Blog dal titolo Scienza e Vita.

 

 

Quali sono gli strumenti tecnologici che gli studenti hanno a disposizione?

 

A partire dalla terza classe della scuola primaria gli alunni di tutte le classi hanno a disposizione la LIM. In questo modo le parti di lezione più significative possono essere conservate e questo diventa uno strumento documentativo utile per tutti: per gli studenti, per i docenti, che possono mettere in comune più facilmente il lavoro svolto agevolando il consolidamento di buone pratiche; per me che posso valutare il loro operato favorendo lo sviluppo di un percorso culturalmente significativo. Questo è solo un primo passo che potrebbe consentirci in futuro di formalizzare la valutazione dei docenti.
A partire dalla terza classe della scuola secondaria di primo grado viene fornito a ogni studente un computer in cui sono caricati tutti i libri di testo. I testi vengono scelti anche in base alla disponibilità della versione digitale; di alcuni testi però gli studenti hanno a disposizione anche il formato cartaceo.
Il motivo per cui non abbiamo scelto l’I-pad è che il computer risulta essere uno strumento di lavoro più completo. Inoltre in questo modo possiamo controllare meglio i programmi caricati. Per lo stesso motivo abbiamo scelto la connessione via cavo anziché wire-less in modo tale che gli insegnanti possano in ogni momento verificare come gli studenti stanno utilizzando il computer ed eventualmente sconnettere il collegamento; attraverso questa modalità inoltre si possono anche creare gruppi di collaborazione virtuale.

 

 

La scuola italiana attualmente fatica ad offrire agli studenti percorsi scientifici efficaci che abbiano come punto di partenza l’investigazione della realtà e siano declinati con un’impostazione concettuale e sperimentale rigorosa. Secondo lei come può essere favorito questo tipo di impostazione con l’utilizzo delle nuove tecnologie?

 

La scuola è comunque dotata di un laboratorio di biologia e uno di fisica che abbiamo rilevato da un’altra struttura, acquisendo tutta la strumentazione di cui era dotata. Solitamente i docenti di scienze utilizzano filmati per mostrare come vanno eseguiti gli esperimenti e per mostrare agli studenti quali sono le procedure corrette da seguire.

 

 

Può illustrare qualche esempio di «vantaggio» offerto dall’utilizzo delle Tecnologie Informatiche?

 

Sicuramente sono utilissime nei casi di studenti affetti da disturbi dell’apprendimento. Molto spesso si consente agli studenti, in particolare coloro che sono più in difficoltà ma non solo, di preparare le interrogazioni attraverso presentazioni con Power-point o Note-book.
Inoltre le nuove tecnologie consentono di documentare in modo altamente differenziato (attraverso non solo testi e disegni ma anche foto, filmati, registrazioni) tutte le attività o gli argomenti che si svolgono. Da questo punto di vista diventa importante guidare i ragazzi nella selezione e organizzazione ordinata del materiale contenuto nella loro cartella, favorendo la memorizzazione dei contenuti in modo gerarchicamente significativo.
Il fatto che tutto venga conservato con cura, come si diceva anche prima parlando delle lezioni dei docenti, permette di riprendere e approfondire nel tempo in modo ricorsivo gli argomenti proposti.

 

 

 

A cura di Maria Elisa Bergamaschini e Nadia Correale
(Redazione Emmeciquadro)

 

 

 

 

© Pubblicato sul n° 49 di Emmeciquadro

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