Personalità complessa quella di Schrödinger, un po’ inusuale per una certa immagine stereotipata e in qualche modo asettica che si può avere di uno scienziato. Come dice di lui Max Born: «La sua vita privata potrà sembrare stravagante a dei conformisti come noi. Ma questo non ha alcuna importanza. Era una persona adorabile, indipendente, piacevole, sensibile, educata e generosa e aveva un cervello davvero perfetto ed efficiente».
Per l’autore di questa biografia invece la vita privata ha la sua importanza, dato che alla sua vita familiare, ai suoi complicati amori, alla sua tendenza a fare il seduttore di fanciulle è dedicato ampio spazio. Certo, questo fa parte di una biografia completa, ma è la parte meno interessante, che poteva anche essere abbreviata. Precisato questo che appare un limite del testo, dobbiamo dire però che la biografia più specificatamente scientifica è molto interessante.
Le vicende scientifiche di Schrödinger sono inserite in un contesto più ampio, quello del passaggio dalla fisica classica a quella moderna. Nei primi tre capitoli (sia pure, come si è detto sopra, con frequenti inserti sulla sua vita privata) si espongono i capisaldi della trattazione classica del moto delle particelle, quella di Newton e della successiva impostazione statistica di Boltzmann. Non è trascurato «il mondo delle onde» di Maxwell, premessa importante per il successivo sviluppo della meccanica ondulatoria. Si passa poi all’introduzione del concetto di quanto e, nel capitolo sesto, alla prima forma di sistemazione della fisica dei quanti: la meccanica delle matrici di Heisenberg, che ebbe la sua prima formulazione nel 1925.
A questo punto, prima che qualcuno sentendo l’espressione «meccanica delle matrici» decida che questo libro non fa per lui, va fatta una osservazione importante: l’esposizione non è per esperti di fisica delle particelle, ma non è banale; pur quasi senza formule, c’è un tentativo di far comprendere non solo le problematiche, senza ovviamente entrare in un linguaggio matematico complesso, ma anche in che cosa consistono le soluzioni. Così, tramite un ragionamento analogico si può avere una prima idea, sia pure a un livello elementare, delle matrici di Heisenberg.
Nel capitolo settimo si inserisce il contributo di Schrödinger, il quale partì da un punto di vista diverso da quello di Heisenberg. Affascinato dal principio di equivalenza di de Broglie, cercava una equazione delle onde che potesse descrivere il comportamento di un elettrone, e, nel 1925 (lo stesso anno delle matrici di Heisenberg!) la trovò: era quella che divenne poi universalmente nota come l’equazione di Schrödinger, l’inizio della cosiddetta «meccanica ondulatoria». Nel 1933 per questo ricevette il premio Nobel.
Nei due successivi capitoli si descrive il periodo della sua cattedra a Berlino, che però vide solo una sistemazione dei lavori precedenti e la partecipazione al dibattito sull’interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica (il famoso paradosso del gatto di Schrödinger ). In questo periodo fu anche nominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze.
I capitoli decimo e undicesimo sono dedicati alle vicende personali in particolare alla difficoltà di continuare il lavoro nel nuovo clima imposto dal nazismo, che lo portò nel 1938 alla fuga a Dublino, dove gli fu offerta una cattedra e dove rimase per diciassette anni.
Il capitolo dodicesimo è dedicato… alla biologia molecolare! Il motivo è una delle ultime opere di Schrödinger, il saggio Che cos’è la vita, un tentativo, tecnicamente poco riuscito, di collegare le leggi della fisica e della chimica a quelle della biologia; l’importanza di questo libro fu piuttosto quella di suscitare l’interesse in molti scienziati per questo collegamento e influenzò anche le ricerche di Watson e Crick, che portarono alla scoperta della struttura del DNA.
Il capitolo tredicesimo descrive l’ultimo periodo della vita, con il ritorno a Vienna e la morte nel 1961. Infine l’ultimo capitolo è dedicato agli sviluppi della meccanica quantistica posteriori agli anni sessanta, fra cui la disuguaglianza di Bell e la crittografia quantistica.
John Gribbin
Erwin Schrödinger
Dedalo – Bari 2013
Pagine 296 – Euro 17,00
Recensione di Lorenzo Mazzoni
(Già Docente di Matematica e Fisica, membro del Comitato di Redazione della Rivista Emmeciquadro e del Comitato Scientifico dell’Associazione Euresis)
© Pubblicato sul n° 51 di Emmeciquadro