A partire dal 2002 la Fondazione Niels Stensen, con il contributo della Fondazione Carlo Maria Marchi organizza per i mesi di ottobre e novembre un ciclo di incontri su temi culturali e formativi che spaziano dal senso della trascendenza, all’evoluzionismo, ai valori e principi della società pluralistica. Nel corso del 2008 si è svolta la VII edizione sul tema Origini – Nascita della Scienza Moderna e nuove prospettive, con precisi riferimenti agli studi galileiani fino alle recenti scoperte scientifiche in ambito sia astronomico che antropologico.
Nella prefazione al quaderno (n. 43) che contiene gli atti del convegno, Padre Ennio Brovedani sj – presidente della Fondazione Niels Stensen – ricorda il consenso nonché la partecipazione all’evento di istituzioni internazionali rappresentative di settori della cultura italiana, non solo scientifica, ma anche di studenti e docenti della scuola secondaria di secondo grado, a evidenziare quella sinergia necessaria tra realtà diverse che, se ben curata, può promuovere la conoscenza di temi di grande attualità quali sono l’origine della vita, dell’Universo conosciuto e dell’uomo.
Nell’introduzione alla sintesi dei vari laboratori didattici curata da Francesco Paolo Firrao, Alessandro Mariani, Fausto Moriani e Irene Telesio è messo in evidenza che, per prendere coscienza della scienza galileiana – a un anno di distanza dall’anniversario dell’utilizzo del cannocchiale astronomico da parte di Galilei – si è voluto proporre un itinerario a carattere multidisciplinare e interdisciplinare che, a partire dalla nascita della scienza moderna, indaghi il tema delle origini con «prospettive epistemologiche diverse» e quindi a carattere filosofico, teologico, artistico, letterario e, naturalmente, anche antropologico.
Quello che troviamo in questo denso volume di quasi quattrocento pagine sono «saggi, sintesi, riflessioni, schede di lettura, appunti, descrizioni, impressioni, rapporti, esperienze ed esperimenti» con un preciso taglio innovativo a carattere sia di metodo che di merito. Sempre i nostri curatori ci ricordano che il merito consiste nell’approfondire – direi quasi anatomizzare – il tema delle origini «per attraversare i saperi contemporanei con una consapevolezza diacronica», mentre il metodo adottato consiste nel proporre un modello che ha una valenza «culturale, didattica e laboratoriale, indispensabile per attivare quell’educazione alla cittadinanza delle giovani generazioni che oggi è necessaria ed urgente».
L’indagine sull’origine si sviluppa nei cosiddetti «laboratori Stensen» in cui le tracce di percorso si snodano in otto giornate dove sono indagati e discussi il metodo galileiano che è all’origine della scienza moderna unitamente al problema delle origini nelle scienze contemporanee.
Sono quattro le tracce di percorso che consentono di seguire questa costruzione ampia e accuratamente elaborata. Nel primo tracciato – sintetizzato nell’introduzione da Vito Paternostro – il «caso Galileo» è analizzato sotto diversi versanti che fanno comunque riferimento al mutamento di paradigma che lo stesso Galilei pone come modello epistemico che sta all’origine della scienza moderna e che determina la prima rivoluzione scientifica.
Nel secondo percorso che indaga le origini dell’Universo, Luca Mori introduce la necessità di procedere seguendo un orientamento che, tra letteratura divulgativa, scienza e fiction, segua un metodo scientifico, utile soprattutto al fine di far convergere mito, allusione teologica e scienza.
Nel terzo percorso è Lucia Liguori a inquadrare il complesso ma pur sempre affascinante tema dell’origine della vita. In questa attività – affrontata a livello scolastico e presentata nelle giornate del Novembre Stenseniano – i ragazzi e i loro insegnanti di riferimento hanno declinato il lavoro utilizzando competenze e interessi che sono propri di ogni realtà scolastica. E allora ecco l’approccio scientifico con indagini che hanno ripreso la teoria della generazione spontanea risalente ad Aristotele, le teorie fornite da Redi e Spallanzani, sino ai giorni nostri. La riproduzione in laboratorio degli esperimenti degli scienziati citati ha consentito di discutere i diversi paradigmi tra cui quello aristotelico. L’approccio filosofico ha portato a confrontare il creazionismo con lo sviluppo casuale – inteso alla Monod – della vita sulla Terra. L’ultimo tratto del percorso ha consentito di riflettere su tutte quelle forme artistiche (letteratura, mito, filosofia, storia dell’arte) che pongono il concetto di armonia in cui sembra racchiuso quel «senso di equilibrio» che domina la vita.
E infine l’origine dell’uomo e il suo percorso evolutivo. Può la scienza, usando i metodi che le sono propri, dare una risposta sulla posizione dell’uomo tra i primati? «Niente razze, ma molte differenze, scritte un po’ nel DNA e moltissimo nella cultura, nei luoghi comuni con cui ci scontriamo ogni giorno, nei pregiudizi che ci guidano attraverso le vicende della vita e che ci portano a subire, dire, fare o pensare cose non in linea con una visione più tollerante degli altri modi di vita». Così scrive Katia Rossi ricordando che il laboratorio stenseniano non è e non può essere il luogo dove «accontentarsi della verità scientifica» pur essendo questa un buon punto da cui muoversi; e allora perché non usare i tanti riferimenti all’arte come alla letteratura e al mito del passato o a quello del presente nella fiction cinematografica?
Una ricca bibliografia correda i diversi percorsi e consente di aggiornare le nostre conoscenze in modo esaustivo e di questo ringraziamo questa bellissima iniziativa degli amici della Fondazione Carlo Maria Marchi.
Fondazione Carlo Maria Marchi – Quaderno n. 43
Novembre Stenseniano 2008 – Laboratori didattici
Leo S. Olschki – Firenze 2009
Pagine 392 – Euro 39,00
Recensione di Gianluca Visconti
(Docente di Scienze al Liceo Scientifico “FAES – Argonne” di Milano)
© Pubblicato sul n° 51 di Emmeciquadro