Questa è l’edizione in lingua italiana del lavoro Universe and Creed (Marquette University Press, 1992). Si tratta del testo di una conferenza tenuta dall’autore presso la Marquette University nel 1992.
Il saggio inizia con una breve descrizione dell’attività di Jacques Marquette (1637-1675), il sacerdote e missionario gesuita, le cui esplorazioni nell’area del Lago Michigan erano finalizzate alla diffusione della fede cristiana. Padre Marquette era solito recitare il Credo; questa preghiera è importante poiché include i principi essenziali della fede cristiana, dai quali l’autore parte per illustrare la sua concezione religiosa ed epistemologica.
Ai tempi di padre Marquette ci si chiedeva ancora se l’Universo fosse di natura geocentrica o eliocentrica, essendo il padre gesuita poco più giovane di Newton. Nessuno scienziato o teologo di quel tempo, comunque, metteva in discussione l’esistenza di un Universo come un’evidenza immediata. Il termine «universo», il cui significato è analogo a quello di origine greca «cosmo», proviene dal latino unum in diversis, e indica la totalità coerente della molteplicità dei fenomeni.
La fiducia nell’esistenza reale di un Universo, secondo i principi della filosofia del senso comune, è l’unico approccio corretto per impostare le concezioni della scienza, della fede e dei loro rapporti. La negazione di un Universo in quanto tale rappresenta lo sbaglio fondamentale commesso da alcuni filosofi, scienziati e teologi, che, nonostante la specificità dei loro ambiti di indagine, sono accomunati dallo stesso tipo di errore.
Un autore emblematico in tal senso è stato Immanuel Kant, secondo il quale le presunte contraddizioni della metafisica rendono l’Universo solo un’idea regolativa della conoscenza. Un fallito tentativo di mediazione è stato operato dalla corrente dei tomisti trascendentali, che hanno provato a conciliare la filosofia kantiana con il realismo metafisico di San Tommaso. Dalla svolta kantiana è poi derivata la filosofia idealista che, partendo dal concetto di una dimensione dell’essere risiedente nel pensiero, ha riproposto forme di panteismo.
Oltre all’idealismo, altre filosofie hanno avuto un approccio non corretto nei confronti dell’Universo. É questo il caso dei fenomenologi, dei positivisti logici e degli esistenzialisti, che avrebbero travisato la realtà tramite dei «giochi di prestigio filosofici» (pp. 51-56).
Queste visioni pregiudiziali hanno influito negativamente anche sulla scienza. Alcune correnti scientifiche, infatti, hanno ignorato una realtà evidente, cioè il fatto che l’esistenza in sé dell’Universo non necessita di alcuna dimostrazione.
Teorie scientifiche come quella dei multiversi, dello stato stazionario e della fisica indeterministica, non tengono conto di una nozione basilare, cioè del fatto che «uno scienziato postula la realtà delle cose prima di potersi impegnare nell’unica faccenda che gli competa, che consiste nello stabilire le proprietà quantitative delle cose esistenti» (p. 55).
La vera scienza, cioè la quantificazione dei fenomeni naturali, poggia sulla credenza nell’Universo come totalità causale e questa è la ragione per la quale per la nascita della scienza stessa è stato essenziale l’approccio realista della teologia cristiana, «secondo cui Dio è assolutamente diverso dal mondo e può essere riconosciuto con certezza dalla contemplazione delle cose visibili» (p. 18).
Nel Credo Niceno-Costantinopolitano ci sono tre riferimenti all’Universo come totalità e ciò trova riscontro in diversi passi del Nuovo Testamento nei quali si fa riferimento alla rigorosa totalità delle cose esistenti. Ciò è trascurato da alcuni teologi noncuranti del fatto che la creazione dal nulla è ammissibile soltanto in prospettiva realista.
I contenuti del Credo vengono così utilizzati da Jaki per ribadire quelle idee relative a fede e scienza che hanno caratterizzato tutta la sua opera.




Stanley L. Jaky

Universo e Credo. La «Père Marquette Lecture» in teologia del 1992

Ateneo Pontificio Regina Apostolorum – Roma 2013

Pagine 65 – Euro 6,00

Recensione di Alessandro Giostra
(Docente di Filosofia e Storia)

© Pubblicato sul n° 54 di Emmeciquadro

Leggi anche

SOMMARIO/ N° 87 – Maggio 2024 – Superficie o profondità: una prospettiva per l’educazione scientificaEDITORIALE n. 87 - Superficie o profondità: una prospettiva per l’educazione scientificaSCIENZA&LIBRI/ Alle frontiere della conoscenzaSCIENZA&LIBRI/ Scienza e pensiero comuneSCIENZA&LIBRI/ La scorciatoia