La corrispondenza inedita intercorsa tra Emilio Veratti e Camillo Golgi, curata da Gaetana Silvia Rigo, edita dalla prestigiosa Biblioteca di Storia delle Scienze dell’editore Leo S. Olschhki di Firenze, è stata il tema di un resoconto «maturo» in una ricca giornata di studio datata 23 settembre 2006.
In questo pregevole testo sono stati raccolti, oltre alle lettere inviate da Camillo Golgi al proprio discepolo Emilio Veratti, anche i contributi di emeriti studiosi come Giuseppe Armocida, Jutta Birkhoff, Guido Cimino, Giuseppe Pietra che hanno ricordato – nei rispettivi interventi della giornata di studio – quanto il legame tra i due scienziati fosse improntato a un sincero e tenace spirito di ricerca ben documentato dalla corrispondenza intercorsa tra il 1896 e il 1915.
Si tratta – come ricorda la Rigo – di una stagione in cui nella facoltà di Medicina di Pavia si andavano sviluppando le tecniche istologiche che consentiranno allo stesso Camillo Golgi di ricevere, insieme a Santiago R. y Cajal, il premio Nobel nel 1906.
Nel laboratorio di anatomia microscopica della facoltà venne introdotto da Camillo Golgi il metodo cosiddetto della «reazione nera» che consentiva di osservare la struttura del sistema nervoso a livello microscopico e a stabilire la «teoria del neurone», cioè quella specificità della cellula nervosa che sino ad allora non era riconosciuta. La pietra miliare posta da Golgi negli studi del sistema nervoso trova in Veratti un valido collaboratore, nonché tenace sostenitore a tal punto che durante gli studi di Medicina a Pavia volle approfondire la tecnica della colorazione istologica dei tessuti per il loro studio microscopico.
Veratti si dimostrò così dotato tecnicamente da sperimentare diversi metodi di colorazione che favorirono la conoscenza delle sinapsi intercellulari nel sistema nervoso centrale. Diventato Aiuto di Patologia Generale nel 1903, si contraddistinse per le caratteristiche del suo metodo scientifico caratterizzato da controlli precisi su un materiale vasto prima di trarne conclusioni comunque rigorose.
Fu lo stesso Golgi ad accorgersi di questo atteggiamento scrupoloso nel giovane Veratti definendolo di attitudine ipercritica. Come conseguenza le sue pubblicazioni non furono così numerose come ci si sarebbe potuto aspettare, mentre fu sempre leale sino a trascurare se stesso evitando con frequenza quella che diventerà una prassi: firmare i lavori dei propri allievi come coautore.
Se Camillo Golgi passò alla storia per aver fornito le basi della teoria reticolare del sistema nervoso in antitesi a quella neuronale di Cajal, che in questo testo viene ben evidenziata dalla Rigo, una parte importante la giocò Veratti che arrivò a considerare «piuttosto che un avversario, un collaboratore» del maestro Golgi scrivendo quella grande verità che «nella scienza ha importanza solo la scoperta dei fatti perché le interpretazioni e le teorie sono fatalmente destinate a mutare».
Gaetana Silvia Rigo (a cura di)
Emilio Veratti e Camillo Golgi. Corrispondenza inedita e altri documenti
Leo Olschki Editore – Firenze 2008
Pagine 113 – Senza indicazione di prezzo
Recensione di Gianluca Visconti
© Pubblicato sul n° 56 di Emmeciquadro